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Parco delle Madonie
Collage - Aspetti naturalistici del Parco delle Madonie

Aspetti naturalistici

Una serie di rilevanze botaniche, ma non solo, pongono ogni anno questo parco al centro dell'attenzione non solo di migliaia di turisti stranieri, provenienti dalla vicina Cefalù, ma anche di numerosi studiosi ed esperti, alla scoperta delle valenze naturalistiche delle Madonie, già nell'Ottocento, meta di insigni botanici attratti da una serie di rilevanze straordinarie.

Fra Petralia Sottana e Castelbuono, Piano Pomo, a quota 1400, il cuore del parco, custodisce agrifogli giganti rarissimi, alti anche più di dieci metri per quattro di circonferenza.

Anche Serra della Quacella ed il vallone Madonna degli Angeli sono particolarmente interessanti:
è qui che cresce il raro abete nebroideo, custode geloso di un ricco sottobosco.
Nei pressi di Pollina, invece, troviamo il frassino, da cui ancora si estrae la manna, un tempo prelibato dolce da accompagnamento per il the degli inglesi, oggi prelibatezza non proprio alla portata di tutti.

Martore, volpi, gatti selvatici ed istrici sono ancora presenti sulle Madonie.
I grandi rapaci sono rappresentati dall'aquila reale, dal capovaccaio, dal gheppio e dal gracchio corallino.
Non mancano civette e barbagianni, sempre a caccia di roditori.
Nel circondario di Petralia Soprana, meritano una visita la cascata del Salto, monte Savochello e Gorgo Pollicino, sulla strada di Geraci.

L'area orientale del Parco è attraversata dal Fiume Pollina: a pochi passi, a San Mauro Castelverde, le Grotte di Tiberio offrono uno splendido esempio di rocce dell'era mesozoica scavate dal corso del fiume. Polizzi, 900 metri sul livello del mare, spesso viene avvolta dalla nebbia: la maretta, come la chiamano.
Spettacolo unico non solo d'inverno.
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