Altesina, perla verde

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Altesina, perla verde

Foto: Altesina, perla verde

La Sicilia inedita, lontana dai soliti stereotipi, è la Riserva di Monte Altesina, nel cuore della Sicilia centrale, inaugurata lo scorso 9 giugno nell’ambito di “La montagna in festa”, manifestazione promossa dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali, ente gestore, dall’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, dall’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente e dalla Provincia Regionale di Enna.

La grande festa dell'Altesina

Veduta dalla sommità

 

Dall’8 al 10 giugno, la festa, tra laghi e monti, è stata l’occasione, piacevole, di conoscere e scoprire l’Isola verde nel cuore della Sicilia, genius loci dell’abbraccio tra natura ed archeologia, declinata nelle tante sfaccettature del suo variegato territorio, culla di una storia antica e di saperi e sapori unici ed irripetibili.

Il taglio del nastro

”La montagna in festa”, è andata oltre il momento di svago e di vetrina delle tipicità agronomiche ed artigianali locali. A sottolinearlo il Dott. Antonino Colletti, Ispettore Generale dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali .
“L’inaugurazione di una Riserva rappresenta una tappa fondamentale per il nostro lavoro perché è la sintesi di un percorso condiviso con altri attori del territorio: dalle istituzioni locali alle associazioni, dalle scuole alle realtà produttive locali. Il bene naturalistico protetto da vincolo a risorsa: plus valore per lo sviluppo socio-economico di un territorio”.
“Identità è il filo conduttore di una kermesse che ha coniugato ecosport, gusto ma anche folklore ed archeologia" -spiega il Dott. Nunzio Caruso, Dirigente Provinciale di Enna dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali - mettendo in rete le emergenze naturalitico-paesaggistiche, quelle culturali e storiche, per l’offerta turistica integrata e sostenibile del territorio”.

Un momento della sfilata dei carretti
All’inaugurazione erano presenti il Prof. Giovanni La Via, Assessore Regionale all’Agricoltura e Foreste e l’eurodeputato Giuseppe Castiglione, vicepresidente della commissione Europea Agricoltura , hanno evidenziato il ruolo significativo delle risorse agronomiche ed ambientali per lo sviluppo turistico della provincia ennese.”Sinergia” la parola chiave per un turismo di qualità che mira a catturare l’attenzione di un viaggiatore attento e curioso che sappia apprezzare il ricco patrimonio di storia e di cultura custodito nell’entroterra siciliano. Come hanno evidenziato il Dott. Antonello Catania ed il dott. Gianni D’Anna, rispettivamente primi cittadini di Nicosia e Leonforte i comuni entro cui ricade la Riserva. Istituita il 25 luglio del’97 col Decreto dell’Assessore Regionale al Territorio ed Ambiente “per proteggere un pregevole ed esteso esempio di lecceta della specie Quercus ilex che qui si spinge sino al suo altimetrico superiore”, la Riserva di Monte Altesina è stata soggetta ad interventi da parte dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali, tesi a migliorare la fruizione “guidata” dell’area con obiettivi didattico-scientifici in grado di sviluppare una maggiore consapevolezza e responsabilità nei confronti del “bene”natura”.

Aree boscate a querce e lecci

Oltre agli interventi selvicolturali di ricostituzione naturalistica finalizzati alla gestione ed al miglioramento del patrimonio boschivo appartenente al demanio forestale, diversi gli interventi per migliorare la fruizione della Riserva di Monte Altesina - evidenzia l’Ing. Mario Spatafora, Dirigente del Servizio IV delle Aree Protette dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali-con la realizzazione e la tabellazione di 6 sentieri natura utilizzabili per l’escursionismo, il ripristino di un’area attrezzata .Con i fondi di Agenda 2000, è stato realizzato, tra l’altro, anche il recupero strutturale dell’antica Masseria Altesinella che sarà destinato a Museo etno-antropologico, sala conferenze, sala esposizione e centro visite.
All’interno del sistema integrato ad alta naturalità “Monti Erei”, con il 2° accordo di programma sulla mis. 1.11 è stata finanziata, tra l’altro, la realizzazione del Giardino Botanico degli Erei, per la zona nord della Provincia, con utilizzo di piante autoctone”.
La “perla” verde nell’ombelico della Sicilia, per la sua posizione, fu crocevia di popoli e culture diverse che qui, fin dall’età del bronzo e dalla prima metà del ferro, come ha evidenziato il Dott. Giovanni D’Urso, dell'Associazione Sicilia Antica, lasciarono importanti testimonianze come una enorme necropoli con tombe a grotticelle, poste sull’altura rocciosa di Realmese. Ad oggi, la sommità del monte è occupata dai resti di un abitato costituito in pietrame misto.

Le tombe a grotta
Si notano silos, cisterne e stanze quadrangolari ricavate nella roccia stessa , secondo uso che è tipico di tutta l’architettura preistorica e protostorica dei popoli della Sicilia antica. Numerose sepolture, tracce di fortificazioni, ritrovamenti di ceramica sicula e greca, i resti del medievale Convento (detto "Cummintazzu") annesso alla Chiesa di Santa Maria di Lartisina, testimoniano infatti il passaggio di popolazioni diverse. Per la sua forma a punta e la sua posizione centrale, il Mons Aereus fu prescelto dagli Arabi per una suddivisione geografica dell’isola appena conquistata, quale punto trigonometrico principale della Sicilia, facendo dipartire da esso i “tre Valli” (Val demone,Val di Noto e Val di Mazara), le tre regioni geografiche ed amministrative che dividevano la Sicilia in età emirale.

Pascoli nella riserva
Dal punto di vista geologico il complesso montuoso di Altesina-Altesinella-Campana è costituito da un’alternanza di depositi siliceo-argillosi appartenenti alla formazione oligo-miocenica del Flysch Numidico originatosi durante la collisione tra il continente africano e quello euroasiatico oltre 35 milioni anni fa con l’emersione di gran parte dei rilievi siciliani. Per l’aspetto geologico dell’area, ritenuta di eccezionale interesse scientifico, rientra nel Parco Culturale Rocca di Cerere-Geoparks, come ha spiegato nel corso del suo intervento il prof. Giusppe Amato, Coordinatore tecnico scientifico di Legambiente.
Localizzato nel cuore della Sicilia, racchiude un’ampia area di circa 1300 kmq e comprende prevalentemente siti di interesse geologico, ma anche particolari siti di interesse archeologico, naturalistico, storico e culturale.

Grotte sull'Altesinella
Oggi , questo parco insieme ad altri 22 geoparks ha diritto di fregiarsi del marchi European Geoparks e contestualmente è parte del Global Network dell’UNESCO, il cui obiettivo è il rilancio dei valori identitari che trovano espressione nel paesaggio, in quanto prodotto evolutivo dell’interazione tra fattori naturali e culturali.
Il Geopark vuole rappresentare, a livello locale, il tentativo di mettere in rete tutti gli attori attorno ad un’idea forza quale precisa strategia di sviluppo locale, integrato e sostenibile.
Il paesaggio vegetale di Monte Altesina, segnatamente alle quote più elevate - è caratterizzato da estesi e folti lembi di Leccio (Quercus ilex) misti a Roverella (quercus pubescens) , due delle specie arboree tra le più importanti della macchia –foresta-mediterranea.Tali lembi di bosco, ancorché frammentati, sono in grado di restituire, ancora oggi, l’immagine di quello che un tempo doveva rappresentare uno dei più ricchi querceti presenti in questa porzione dell’isola, se non della Sicilia intera.

Un rifugio recuperato dall'Azienda ForesteAd accompagnare le specie arboree presenti, sono quelle tipiche del sottobosco mediterraneo che annovera tra, le altre, l’endemica Ginestra dei Nebrodi che, soprattutto in primavera, impreziosisce con le sue fioriture ogni angolo dell’area protetta.Uno spettacolo nello spettacolo mentre lo sguardo si allarga fino ad abbracciare suggestivi scenari paesaggistici dominati dall’Etna.
Ricca e variegata anche la fauna con esemplari di istrice, la lepre appenninica, il gatto selvatico ,unico esempio di felino allo stato libero della fauna italiana, la volpe, la donnola, il coniglio selvatico
Sono presenti anche l’arvicola del Savi, il Topo quercino, l’istrice ed il riccio. Molti gli anfibi ed i rettili, tra i quali il ramarro, la biscia d’acqua, la natrice del collare queste ultime presenti nei pressi della sorgente principale del fiume Dittaino.
Qui inoltre si registra la presenza di rare specie dell’avifauna, in particolare del Picchio rosso maggiore, scelto come simbolo della Riserva, e dello Sparviere.Sull’Altesina volano e nidificano il Falco pellegrino, la Poiana, l’Allocco ed il rarissimo Gufo comune.
Fare una visita in Riserva, significa anche degustare i prodotti tipici di un territorio che da secoli tramanda sapori unici ed irripetibili.

Prodotti tipici dell'ennese

Dischiudono immagini di luogo ed itinerari di viaggi come la fava larga e la pesca tardiva di Leonforte, presidi Slow Food, l’olio extravergine d’oliva “Colline Ennesi” per cui è stata richiesta la concessione del marchio DOP, di cui già si fregia il Pan Dittaino, prodotto anche integrale e nelle varietà condite con olive, pomodori secchi e cipolle, la specialità di Centuripe con la ricotta locale. Da non dimenticare l’inconfondibile piacentino ennese, speziato con pepe e colorato dal tipico zafferano. Coltivato nella zona dell’ennese, lo zafferano trova qui un impiego raffinato ed insolito. Mescolato al latte vaccino durante la fase di preparazione del formaggio, la spezia conferisce un sapore particolarissimo al prodotto finale, reso inconfondibile dal colore giallo intenso e dall’aggiunta di chicchi di pepe.
Ma un alone di leggenda aleggia sul formaggio piacentino allo zafferano. Narra la leggenda che Ruggero Normanno, intorno all’anno 1090, preoccupato per la consorte Adelasia prostrata da un’invincibile depressione, avesse invitato i casari del luogo a preparare un formaggio che avesse doti taumaturgiche. Da qui sarebbe nata l’idea di aggiungere al latte di pecora una manciata di “crocus sativus " (zafferano) spezia nota nell’antichità per le sue qualità antidepressive ed energizzanti.
Tradizioni che si rinnovano da generazioni. Come ad esempio la coltivazione della fava larga di Leonforte che avviene ancora oggi con i metodi di una volta.Tra novembre e dicembre si preparano i solchi, si depongono a gruppi i semi e si ricoprono la terra.Quando le piante sono cresciute, vengono falciate, fatte essiccare ed infine battute. Si separa quindi la paglia dalle fave: le fave piccole vengono utilizzate come foraggio, quelle più grandi vengono avviate al mercato.

La masseria AltesinellaAltro presidio Slow Food, è la pesca tardiva di Leonforte, denominata “settembrina”. La caratteristica principale che contraddistingue la peschicoltura è la pratica dell’insaccamento dei singoli frutti, ancora sull’albero, a partire dalla seconda metà di giugno. Il frutto viene naturalmente protetto dentro il suo sacchetto di carta pergamenata evitando così da intervenire con prodotti antiparassitari. Si può gustare nell’annuale Sagra del Pesco che si svolge a Leonforte, ogni prima domenica di ottobre.
La pasticceria è comunque il maggiore punto di forza, con un piatto famoso come la cassatella di Agira, molto nota nella Sicilia orientale e centrale, farcita di un impasto di cacao, mandorle ed altri ingredienti. Il buccellato siciliano è servito in una varietà locale; a Villarosa viene prodotta la mostarda essiccata.

L'Etna al tramonto vista dall'Altesina
“La Montagna in festa: giornate inaugurali della Riserva di Monte Altesina” è stata l’occasione per fare un tuffo nel verde, nello splendido scenario del lago Nicoletti dove sabato 9 giugno si sono svolte gare di di triathlon (canoa, mountaine bike e running) e lo spettacolare equiraduno regionale proposto dal “Centro Nazionale Sport Fiamma Sportnazionali e dal Centro Ippico “Lo Sperone” per una grande festa che ha fatto la gioia dei grandi e bambini.

Ingresso della masseria

 La Masseria Altesinella, un antico casale dell’800 ristrutturato dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali, è stata la suggestiva location di una mostra d’altri tempi coniugando il fascino mai sbiadito delle carrozze storiche alla tipicità dei carretti siciliani appartenuti a nobili famiglie siciliane insieme alla bellezza “evergreen” delle macchine d’epoca, come la mitica Fiat 500 Topolino con oltre mezzo secolo di storia. In segno di festa, sono stati liberati dai volontari della Lipu, i rapaci curati e riabilitati presso il Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Enna, dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali. Molta partecipazione di pubblico alla tre giorni che ha gioiosamente interrotto il silenzio di queste antiche montagne dove l’uomo, a spasso per i sentieri ed immerso in un paesaggio che lascia senza fiato, ritrova se stesso, lontano dal caos di una vita frenetica…

 
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Speciale dedicato all'Azienda Regionale Foreste Demaniali

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