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Onu, protocollo per le coste

Foto: Onu, protocollo per le coste

Un punto di svolta per i negoziati sul Protocollo internazionale salva-coste: dopo la sua definitiva approvazione (prevista per la fine dell’anno) sarà il primo strumento legislativo su scala mediterranea a regolare l’attività edilizia, la costruzione di infrastrutture e l’utilizzo di questa delicata area di transizione tra terra e mare, anche a difesa dagli effetti dei cambiamenti climatici. Questo il primo impegno dell’incontro internazionale dei Centri del Piano d’Azione Mediterraneo delle Nazioni Unite (UNEP/MAP) che si è aperto oggi a Palermo (Castello Utveggio) e che durerà per altri quattro giorni.

/Un’azione concertata per la protezione delle coste, la salvaguardia del Mediterraneo dagli effetti dei cambiamenti climatici, una Strategia d’Informazione e Comunicazione per lo Sviluppo Sostenibile. E infine, MEDday, un giorno per celebrare l’ambiente del nostro mare. Sono in generale questi i punti all’ordine del giorno del meeting che vede la presenza a Palermo dei rappresentanti dei 21 Paesi rivieraschi, delle istituzioni internazionali e delle ONG aderenti alla Convenzione di Barcellona, lo strumento di protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

Il Protocollo ICZM (Integrated Coastal Zone Management) è il primo strumento legislativo internazionale per salvaguardare il futuro delle aree costiere mediterranee dai rischi ambientali legati all’inquinamento e all’erosione: un protocollo che dovrà essere ratificato dai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che costituirà il primo strumento di questo genere su scala internazionale. “L’obiettivo - ha spiegato il coordinatore dell’UNEP/MAP Paul Mifsud – è quello di stabilire le regole per lo sviluppo sostenibile per le coste del Mediterraneo. Oggi il 40% delle zone costiere del nostro mare è cementificato, le nostre proiezioni prevedono che da qui al 2025 la metà dei 40.000 chilometri di coste sarà costruita. Il protocollo rappresenta uno strumento necessario di governo delle tendenze in atto”.

“Il protocollo per la gestione delle zone costiere è un tema ambizioso: ci vuole molto coraggio per farlo partire a livello mediterraneo, con situazioni sociali e ambientali così differenziate. Dopo sei anni di sforzi diplomatici siamo vicini alla definizione degli obiettivi di protezione e sviluppo delle coste mediterranee”, ha affermato Ivica Trumbic, il direttore del Centro regionale dell’UNEP/MAP per la Gestione delle zone costiere (PAP/RAC), aprendo i lavori del meeting.

Il meeting unificato di tre dei Centri Regionali d’Azione dell’UNEP MAP (Blue Plan, PAP/RAC, INFO/RAC), cui si aggiunge quello dello SPA/RAC è realizzato in collaborazione con la Direzione Generale per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e la Presidenza della Regione Siciliana.

 
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