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Rocco Forte, diffida Legambiente

Legambiente ha diffidato il Comune di Sciacca, la Società Rocco Forte e la Società Intertecno (responsabile dell’attuazione del progetto) dal riprendere tutti i lavori relativi al complesso turistico-golfistico del Verdura, dopo l’emanazione del recente decreto dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente che di fatto ha autorizzato le opere realizzate in violazione alle prescrizioni impartite nel 2005 dallo stesso assessorato.

“Va ancora redatto il nuovo progetto esecutivo adeguato alle nuove prescrizioni imposte dalla Regione – dichiara Angelo Dimarca, Responsabile del Dipartimento Conservazione Natura . Ma soprattutto vanno acquisite le preventive autorizzazioni del Genio Civile (per l’uso e la tutela delle acque pubbliche), della Soprintendenza ai Beni Culturali (per il vincolo paesaggistico), della Capitaneria di Porto (per gli interventi lungo la fascia costiera), dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente (per l’uso del demanio marittimo) ed occorre procedere ad una nuova variante urbanistica. Tutto questo perché al progetto originario sono state apportate delle modifiche, rilevanti sul piano procedurale ancorché assai limitate sul piano degli effetti ambientali, come lo spostamento di alcuni percorsi golfistici, la ricostruzione della falesia asportata, la modifica della viabilità di accesso al mare, la realizzazione di nuove zone umide, a controprova della validità delle tesi sostenute da Legambiente da oltre un anno”.

“Noi andremo avanti perché grande è lo scempio di ambiente, legalità e buon senso consumato nella Piana del Verdura – dichiara Mimmo Fontana, Presidente regionale di Legambiente Sicilia . Quanto fatto dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente è di una gravità inaudita: oggi la Regione ha di fatto autorizzato gran parte degli stessi lavori che aveva bloccato un anno fa perché in contrasto con le prescrizioni imposte.
Il messaggio che è passato è grave, innanzitutto sul piano politico: la legge e le procedure in questa regione possono non essere rispettate, soprattutto se ci sono in gioco grossi interessi economici.
Questa vicenda ha ormai assunto il carattere di uno scandalo che non ha eguali a livello nazionale e per questo i successivi atti diretti a ripristinare ambiente e rispetto delle leggi saranno assunti anche dalla Legambiente nazionale, che ha già inserito tale vicenda nel Dossier Mare Mostrum”.

“Dopo la diffida di oggi - dichiara l’Avv. Nicola Giudice del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Sicilia - il prossimo atto è l’impugnazione dinnanzi al TAR del recente provvedimento dell’Assessorato che si sostanzia in un colpo di spugna privo di motivazioni tecnico-giuridiche e senza un esame approfondito delle osservazioni presentate. Rimangono evidenti le responsabilità per le violazioni commesse e per le quali non esistono possibilità di sanatorie, le gravi alterazioni ambientali causate al Sito di Importanza Comunitaria, le violazioni delle Direttive europee e dei principi di precauzione e di prevenzione previsti dal Trattato Europeo in materia di tutela dell’ambiente”.

 
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