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Capovaccai, intervento di Massa

Foto: Capovaccai, intervento di Massa

Ho letto l’intervento di C. Nicoloso, vicepresidente dell’associazione ambientalista Fondo Siciliano per la Natura, e di G. Ceccolini, direttore del Centro Rapaci Minacciati di Grosseto. La proposta di lasciare in affidamento i capovaccai al “proprietario” non può ovviamente trovare accoglienza, in quanto i due animali erano inseriti in un contesto naturale e la persona a cui sono stati sequestrati se ne era impossessato illegittimamente. Sarebbe come dire di lasciare un’auto rubata in affidamento al ladro! Sono convinto che se ognuno di noi facesse la sua parte, molti di questi casi non si verificherebbero più e certi “collezionisti” sarebbero adeguatamente perseguiti.
Due animali che hanno subito tanti anni di mediocre cattività non sono certamente idonei ad essere reintrodotti in natura, ma possono certamente essere utilizzati per progetti di riproduzione, in condizioni ben diverse da quelle in cui sono stati tenuti e soprattutto nelle mani di persone con una pluriennale esperienza, che garantisce la finalità ultima del progetto. Non si tratta di fare sperimentazioni e campanilismo, ma di cercare di salvare una specie sull’orlo dell’estinzione in Italia, sfruttando le migliori energie ed esperienze presenti in campo.
In collaborazione con Guido Ceccolini abbiamo iniziato da alcuni anni un progetto di restocking di questo uccello, inserendo in natura giovani nati in cattività (i primi risultati sono riportati nell’articolo: Di Vittorio M., Falcone S., Diliberto N., Cortone G., Massa B. & Sarà M., 2006 – Successful fostering of a captive-borne Egyptian Vulture (Neophron percnopterus) in Sicily. J. Raptor Res., 40) e ritengo che questa procedura possa dare ottimi risultati. Il Centro peraltro è l’unico in Italia ad essere riuscito ad allevare capovaccai da uova sequestrate alla dogana, portandoli alla condizione di potersi involare; uno di questi capovaccai è stato seguito con una trasmittente satellitare, che ha permesso di dimostrare che è andato a svernare in Mali.
Nella presente situazione sarebbe importante potenziare l’unico centro esistente in Italia allo scopo di concentrare tutti gli sforzi disponibili per la conservazione di questa specie. Anzi, vorrei andare oltre e proporre di recuperare tutti gli altri soggetti detenuti in cattività, concentrandoli nell’unica struttura attualmente in grado di dimostrare che può farli riprodurre. Questo è stato fatto in altri Paesi d’Europa per il Gipeto (un grande avvoltoio salvato dall’estinzione) e negli Stati Uniti per il Condor della California, con risultati molto incoraggianti.

Bruno Massa (zoolappl@unipa.it)

 
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