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Salvare il capovaccaio in Sicilia

Foto: Salvare il capovaccaio in Sicilia

Intervento di Guido Ceccolini - Direttore Progetto WWF Capovaccaio - RIceviamo e pubblichiamo per intero la seguente nota.

"Vorrei replicare all'intervento del signor Carmelo Nicoloso del 22 giugno intitolato "La Sicilia rischia ennesimo atto di predoneria del proprio patrimonio faunistico" riguardante la possibilità che i due capovaccai sequestrati di recente vengano trasferiti nel nostro CERM (Centro Rapaci Minacciati), per essere inseriti nel Progetto Capovaccaio che portiamo avanti dal 1991. Ritenere questa proposta un "ennesimo atto di predoneria del proprio patrimonio faunistico" ci ha stupefatto in quanto la richiesta dell'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica vuole soltanto assicurare che gli animali siano gestiti da chi ha una pluriennale esperienza sulla specie, proprio per tentare la difficilissima riproduzione in cattività ed utilizzare i giovani nati per operazioni di rilascio in Sicilia. L'atto di "predoneria" sulla fauna siciliana si è compiuto al momento in cui i due giovani sono stati rubati nei nidi e detenuti in una stanza per anni, togliendo loro la possibilità di essere liberi di riprodursi in natura e danneggiandone gravemente il comportamento. Incomprensibile inoltre l'affermazione che ci sarebbero problemi perchè ospitiamo anche capovaccai spagnoli. Studi di genetica sul DNA di numerosi campioni provenienti da tutta Europa, compresa la Sicilia, hanno accertato che in Europa vive un'unica specie Neophron percnopterus percnopterus.
La situazione del Capovaccaio in Sicilia, come nel resto d'Italia, è drammatica e non si risolve certo detenendo i due animali in strutture siciliane, come se la loro difficile riproduzione in cattività, d'improvviso, fosse l'unica soluzione a tutti i mali che affliggono la specie nell'isola. Quello che occorre fare per salvare il Capovaccaio in Sicilia è di combattere il disturbo ed il saccheggio dei nidi, l'abbattimento illegale e l'avvelenamento. E' necessario predisporre ed applicare un piano di azione per il Capovaccaio che preveda, tra l'altro, il controllo costante e puntuale dei nidi, la predisposizione di una rete di carnai nelle aree protette per supportare le poche coppie che ancora si riproducono ed un'opera capillare di sensibilizzazione. Nell'ambito di questo piano d'azione si potranno effettuare anche rilasci di giovani nati in cattività in Parchi e riserve naturali siciliane che abbiano predisposto siti idonei per il rilascio con il metodo Hacking, come sta avvenendo, ad esempio, nella Gravina di Laterza (TA). Nella Riserva naturale pugliese abbiamo liberato già 5 giovani, in stretta collaborazione con la Regione Puglia, il Comune di Laterza e la LIPU. Ovviamente siamo a disposizione degli enti siciliani che si volessero attivare in questo senso.
A questo proposito vorrei ricordare che il primo giovane (Andrea) nato nel nostro centro di riproduzione e rilasciato in natura, fu liberato proprio in Sicilia nel 2003. In Sicilia il giovane, da noi trasportato con un volo Alitalia, fu preso in custodia da un team di studiosi ed esperti di rapaci dell’Università di Palermo composto da Maurizio Sarà, Massimiliano Di Vittorio, Pino Cortone, Totò Falcone, Antonio Spinnato e Nicola Diliberto e trasferito in una riserva naturale gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Sicilia, ente che autorizzò l'operazione e partecipò attivamente, attraverso i funzionari dell'Ufficio Aree protette, a questo progetto di rilascio e monitoraggio. Il prof. Bruno Massa, responsabile della Stazione di inanellamento della Sicilia, coordinò il lavoro sul campo mentre la Stazione di Inanellamento sostenne anche finanziariamente il progetto di rilascio. Quindi piena collaborazione, senza assurdi campanilismi, al solo fine di aiutare la specie a salvarsi dall'estinzione.
Per chi vuole saperne di più sulla situazione del Capovaccaio e sulla nostra attività può andare a visitare il sito http://www.capovaccaio.it/. Nel sito è possibile scaricare anche alcune pubblicazioni e video sui rilasci effettuati. Inoltre si può seguire (attraverso i segnali di una radio satellitare) il percorso di Arianna, giovane rilasciata nel 2006 in Puglia ed attualmente in Mali dove dovrebbe trascorrere i primi anni di vita prima di tornare in Italia.

*Direttore Progetto WWF Capovaccaio
e-mail: guido.ceccolini@biodiversita.eu

 
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