Lago Soprano, "fiamme dolose"

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Lago Soprano, "fiamme dolose"

“Un atto, doloso o colposo, di portata grave contro l’ambiente e la legalità, che ancora una volta trasforma il lago da Riserva naturale a luogo di degrado e di reati ambientali”. Così Ennio Bonfanti, responsabile provinciale della LAV, commenta l’incendio che nei giorni scorsi ha danneggiato un’ampia porzione del canneto del Lago Soprano di Serradifalco (CL), area protetta sin dal 2000 in quanto rifugio di specie di uccelli rare, affidata in gestione alla Provincia di Caltanissetta.

“A luglio avevamo già ufficialmente segnalato la palese situazione di degrado e abbandono della Riserva “Lago Soprano” - ricorda Ennio Bonfanti – con un atto simbolico ma forte: ben 6 esponenti della LAV e del WWF si erano recati presso la locale stazione dei Carabinieri per sottoscrivere un’autodenuncia in cui ci “autoaccusavamo” di essere penetrati nella Riserva e di avere raccolto da una pianta una fogliolina”. Subito dopo, però, nella denuncia venivano segnalati anche reati e manomissioni dell’ambiente reali: “in alcune parti il canneto (importante habitat per molte specie) risulta essere stato tagliato o totalmente estirpato per consentire attività agricole – si legge nell’autodenuncia -; sulle rive del lago sono stati scaricati rifiuti da demolizione; è totalmente assente qualsivoglia recinzione e/o altra forma di delimitazione dei confini della Riserva, consentendo l’accesso indiscriminato e la possibilità di commettere qualunque azione dannosa all’ambiente; dalla situazione complessiva emerge chiaramente la totale assenza della benché minima forma di vigilanza e controllo sull’area, anche ai fini del contrasto dei vari reati ambientali di cui sopra”.

Nei prossimi giorni la LAV chiederà formalmente l’intervento della Magistratura per verificare eventuali responsabilità penali circa l’attuale stato della Riserva. “Depositeremo in Procura un dossier che dimostra come la Provincia, Ente Gestore, sia rimasta negli anni formalmente e sostanzialmente inerte di fronte ai gravi reati commessi a danno del Lago - annuncia Bonfanti - e chiederemo alla Magistratura di valutare se tale comportamento omissivo risulti penalmente rilevante, poiché la mancanza della vigilanza e della delimitazione dei confini della Riserva sono elementi che di fatto, sebbene involontariamente, determinano il perpetrarsi di “reati ambientali” e di “danneggiamento di bellezze naturali” previsti dalle vigenti norme sui parchi e le riserve”.

Al di là degli aspetti penali, la LAV ribadisce la necessità che la Regione Siciliana individui un altro Ente Gestore della Riserva, poiché in 6 anni di affidamento la Provincia - e per essa il Presidente prof. Filippo Collura ed Direttore della Riserva, dott. Giovanni Miccichè - non ha provveduto nemmeno alla perimetrazione dei confini della Riserva con relativa tabellazione e recinzione, atti minimi e fondamentali da attuarsi immediatamente dopo l’affidamento.

“Il Piano di sistemazione del Lago Soprano, recentemente annunciato alla stampa dalla Provincia, non rappresenta un reale miglioramento della situazione – conclude Bonfanti – ma ha il sapore, viceversa, di una “mossa” per far intendere che “la Provincia fa qualcosa”... In realtà in tutti questi anni è stato dimostrato che l’Amministrazione provinciale non ha avuto né la volontà politica di far vivere la Riserva né le capacità tecniche di poterla gestire in maniera quantomeno accettabile. E l’atteggiamento di tenace chiusura contro la LAV – Ente Morale ed associazione di protezione ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente - per le sue costanti denunce di questo andazzo, conferma l’inadeguatezza di questo Ente Gestore”.

 
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