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Studi geologici, nuovi criteri

La riduzione del rischio geologico, una grandissima attenzione per le zone ad elevato rischio sismico e il taglio ai costi per gli studi geologici. E’ nata con questa filosofia la circolare n.3 del 20 giugno 2014 sugli studi geologici per la redazione di strumenti urbanistici. Il provvedimento, firmato dall’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana di ieri, venerdì 11 luglio 2014. La circolare è stata redatta dai dipartimento regionali all’Urbanistica e all’Ambiente di concerto con la Protezione civile e con l’Ordine dei geologi.

“La circolare riconosce il ruolo di grande importanza che le discipline geologiche rivestono nella pianificazione del territorio – ha dichiarato l’assessore al Territorio e Ambiente Mariarita Sgarlata – anche perché una corretta politica di salvaguardia e sviluppo delle risorse ambientali deve necessariamente essere basata sulla conoscenza e sulla valutazioni di tutti quei fattori che ne condizionano l’utilizzo”. Non a caso nella circolare si richiede una “scrupolosa osservanza delle direttive per una significativa riduzione del rischio geologico e al tempo stesso si prevede un “costante monitoraggio del territorio da parte degli enti gestori attraverso personale tecnico specializzato” nelle zone ad elevata vulnerabilità. Per la Regione, insomma, non ci potranno essere cali di attenzione per queste tematiche. Ma il provvedimento affronta anche un altro cronico problema, quello dei costi per la redazione degli studi geologici. “Fermo restando la completezza di tutte le analisi – ha spiegato Sgarlata – puntiamo a una consistente riduzione dei costi e una maggiore chiarezza degli studi. Va infatti detto che fino a questo momento, i costi elevatissimi hanno spesso bloccato la pianificazione comunale per le difficoltà delle amministrazioni ad affrontare queste spese”. La circolare, in applicazione dell’articolo 5 della legge regionale 11 aprile 1981 n.65 che prevede come la formazione degli strumenti urbanistici generali debba essere compatibile con gli studi geologici che i comuni sono tenuti ad effettuare nel territorio interessato, elenca in maniera dettagliata le istruzioni per la redazione degli studi. “Attraverso gli elementi di novità caratterizzati dalla fase preliminare e da quella di dettaglio delle aree di nuova urbanizzazione – ha aggiunto Sgarlata - il provvedimento è funzionale alla tutela del territorio. Uno degli obiettivi di questa circolare è proprio quello di evitare, attraverso gli studi geologici preventivi, che le nuove urbanizzazioni possano aggravare le condizioni geologiche di un determinato territorio”. Nella circolare è anche previsto che nel caso in cui le nuove urbanizzazioni non possano essere delocalizzate, gli studi geologici saranno chiamati a indicare misure preventive per ridurre gli effetti dell’impatto delle nuove costruzioni. “Sono indicati in maniera chiara ed esaustiva tutti gli elementi necessari per la redazione degli studi geologici – sostiene l’assessore al Territorio e Ambiente – e per questo la circolare diventa uno strumento di lavoro sia per i soggetti chiamati ad elaborare gli studi che per chi esprimere pareri”. Nel provvedimento vengono quindi fissate, sia per gli strumenti urbanistici generali che per i piani attuativi due distinte fasi, una preliminare e una di dettaglio. L’obiettivo è quello di limitare al massimo l’impatto delle nuove urbanizzazioni sull’assetto geologico di un territorio. “Si tratta di un altro atto concreto – ha concluso l’assessore al Territorio e Ambiente – che va nella direzione della difesa del nostro paesaggio. Ci attende una programmazione europea 2014-2020 destinata per buona parte, per quanto riguarda la rubrica del Territorio e Ambiente, alla mitigazione del dissesto idrogeologico e su questa dobbiamo puntare anche per evitare calamità come quelle alle quali in troppi casi siamo stati costretti ad assistere in Sicilia”. L’ultimo aspetto da evidenziare è legato al rischio sismico perché la circolare, rispetto alla microzonazione sismica, prevede che venga effettuata in sinergia con il Dipartimento regionale della Protezione civile.

 

 
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