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Vulcani, l'Etna fa scuola

Una cinquantina di ricercatori, provenienti da vari Paesi europei, hanno visitato la sede del Parco dell’Etna, l’ex Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena a Nicolosi, a conclusione del meeting di fine primo anno del progetto MED-SUV (Mediterranean Supersite Volcanoes), il cui obiettivo è coordinare e implementare le attività di ricerca sulle due principali aree vulcaniche italiane, con un forte impatto sociale dei fenomeni naturali: Etna e Campi Flegrei/Vesuvio.


“Più di tre milioni di persone sono esposte ai potenziali rischi vulcanici in una larga regione del Mediterraneo, dove sono localizzate le più grandi aree vulcaniche europee, il Monte Etna e i Campi Flegrei/Vesuvio”, si legge testualmente nella scheda del progetto. Su questi “Supersites”, supersiti, soggetti a sistemi di monitoraggio terrestre e satellitare di elevata qualità, insistono i due Parchi naturali vulcanici italiani, Etna e Vesuvio, gemellati dal 1999, che hanno come mission principale la tutela e la fruizione dell’ambiente. “La recente individuazione dell’Etna come sito Unesco – spiega Giuseppe Puglisi, dirigente di ricerca dell’INGV Osservatorio Etneo e coordinatore scientifico del progetto – rende ancora più globale l’impatto sociale dei fenomeni vulcanici che avvengono su questo vulcano e conferma ancora di più la pertinenza di aver scelto l’Etna come uno dei Permanent Supersite a livello globale”.
Il gruppo dei ricercatori partecipanti al progetto è stato accolto nella sede del Parco dell’Etna dalla presidente Marisa Mazzaglia, che ha sottolineato come anche in questa occasione emerge “la forte pregnanza e la concretezza del rapporto di collaborazione tra il Parco e l’INGV di Catania (formalmente definito da un accordo di programma operativo fin dal 2002) per la divulgazione ai massimi livelli internazionali della conoscenza dei valori scientifici e naturalistici del vulcano patrimonio dell’Umanità”. Presente anche il componente del Comitato Esecutivo dell’ente Salvuccio Furnari.
Gli ospiti si sono in particolare soffermati nell’area museale vulcanologica del Parco e nella Banca del Germoplasma.

 

 
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