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Franco Tassi in Sicilia

Il Fondo Siciliano per la Natura, sin dalla sua fondazione ha tenuto contatti e progetti naturalistici (tesi di laurea-stage-didattica ambientale e ricerca scientifica) con il prof. Franco Tassi, per oltre 30 anni direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, aderendo altresi' al Comitato Parchi Nazionali e Riserve Analoghe, da lui presieduto, strumento fondamentale per il conseguimento dell'obiettivo 10% di protezione natura per l'intero territorio nazionale.
"Siamo onorati - dice oggi Carmelo Nicoloso, vicepresidente del fondo siciliano per la Natura - di ospitare Franco Tassi in Sicilia nei prossimi giorni di Dicembre, di seguito riportiamo il programma degli incontri previsti. Personalmente ho partecipato a Pescasseroli nel 1997 ai 75 anni del Parco Nazionale d'Abruzzo (un evento storico), quindi con Luigi Lino e Cirino Cavalli (Parco dell'Etna) siamo stati ospitati al Parco Nazionale del Cilento per un'evento naturalistico internazionale a cui hanno aderito anche i direttori dei National Parks Americani.


Nella motivazione di assegnazione del premio, si legge: " Al prof. Franco Tassi, coordinatore del Comitato Parchi Nazionali d'Italia, il quale con la sua ultratrentennale attività come direttore dell'Ente Parco Nazionale d'Abruzzo, è riuscito a realizzare l’impossibile: salvare uno dei Parchi più difficili in Italia. Attraverso un Ecosviluppo sostenibile, fondato in parte sull’Ecoturismo e in parte sulla rinascita delle attività tradizionali locali, ha garantito al tempo stesso un brillante futuro alle Comunità locali, durevole e compatibile, con la contestuale protezione della preziosa fauna selvatica, dai grandi Mammiferi (tra cui l’Orso bruno Marsicano, il Lupo appenninico e la Lince), ha bloccato lo sfruttamento di foreste plurisecolari. Attento studioso e ricercatore della civiltà espressa dalla Magna Grecia, frequenta spesso la nostra isola, ha tentato la realizzazione di una guida Naturalistica della Sicilia (1974), e’ stato tra i primi a sostenere l’Etna quale Parco Nazionale, considerandola una «montagna sacra» con una identità da rispettare.

BREVE BIOGRAFIA DI FRANCO TASSI

Franco Tassi è conosciuto, forse meglio all’estero che in Italia, come il Direttore “storico” del Parco Nazionale d’Abruzzo e, in sostanza, il suo vero “salvatore”. Ma prima ha percorso una lunga e variegata carriera che, dopo gli studi compiuti a Roma, lo aveva portato in gioventù ad affrontare molti concorsi pubblici, vincendoli tutti e non di rado collocandosi al primo posto (tra cui spiccano i Ministeri dell’Interno e del Tesoro, il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica e la Magistratura, per due volte). Ha quindi lavorato in Italia e all’Estero, prima presso le Istituzioni Comunitarie, poi alla Programmazione Economica e quindi all’Ecologia e all’Ambiente. Durante tale periodo ha contribuito alla Programmazione Economica e al Progetto 80, alla Legge quadro sulle Aree Protette e all’edificazione del moderno sistema dei Parchi Nazionali.
Giornalista e scrittore, dirigente e “manager”, ma naturalista e ricercatore per vocazione, ha al suo attivo molti libri (tra cui Animali a rischio, Orso vivrai! e le Guide alla Natura d’Italia), diverse Rubriche e innumerevoli articoli (come Semaforo Verde su Airone, Ecosociologia su La Nuova Ecologia e gli ampi Servizi sulla terza pagina de Il Messaggero) e ha conseguito vari premi (tra i più importanti, il Premio Cervia, l’Airone d’Oro e la Golden Ark). Ha prodotto oltre 200 lavori scientifici, in prevalenza in campo entomologico, insegnando in varie Università (a Camerino dal 1973 al 1986, tenendo il primo Corso italiano di Conservazione della Natura, e poi di Ecologia Applicata a Napoli e a Siena).
Nel 1969 abbandona la promettente carriera e si getta nella mischia, realizzando il sogno di lavorare nella natura e per la natura. Assume infatti, in situazione assai difficile, la Direzione del Parco Nazionale d’Abruzzo, all’epoca considerato ormai perduto: e lo trasforma in pochi anni in uno dei Parchi più importanti, famosi e apprezzati a livello internazionale. Un vero successo, che sarà determinante per spingere decisamente il Paese verso la creazione dei nuovi Parchi. Riporta in Abruzzo Capriolo e Cervo da tempo del tutto scomparsi, sottrae a sicura estinzione Orso marsicano e Lupo appenninico (con l’Operazione San Francesco), e poi scopre l’esistenza della inafferrabile Lince appenninica, detta anche Lupo cerviero o Gattopardo. Blocca i tagli forestali, promuovendo l’Operazione Grande Albero e salvando dall’abbattimento oltre 10 milioni di Faggi secolari. Sconfigge la speculazione dei “palazzinari” romani e napoletani, facendo demolire le villette costruite abusivamente nei boschi. E dimostra con i fatti che un Parco ben condotto produce occupazione e benessere assai più che non impianti sciistici, condomini e lottizzazioni. Ripopola le montagne di Gran Sasso e Maiella con lo straordinario Camoscio d’Abruzzo (noto come “il più bel Camoscio del mondo”), e mille altre cose ancora…
Nel frattempo, nel 1977 aveva creato con gli altri Direttori di Parchi, all’Orto Botanico di Roma, il Comitato Parchi Nazionali: che nel 1980 lanciò da Camerino la famosa “sfida del 10%”, per salvaguardare almeno un decimo del “Bel Paese” prima dell’avvento del Terzo Millennio (a quell’epoca, l’Italia non proteggeva che l’1,5% del proprio territorio). Una vera “missione impossibile”, che però verrà felicemente compiuta, grazie all’adesione delle altre Associazioni, di molte Istituzioni e dello stesso Governo: e che nel 2000 sarà celebrata con notevole rilievo internazionale tra Roma, Camerino, Assisi e il Parco Abruzzese…
Oggi continua a scrivere articoli, saggi e libri, e a svolgere ricerche sui temi più stimolanti, quelli dell’Ecologia di frontiera (vale a dire spingendosi oltre i confini della scienza tradizionale), dedicandosi soprattutto al Progetto Biodiversità, alle Piccole Faune e al Gruppo Criptozoologia Italia.


La conferenza del prof. Franco Tassi
Etna, una «montagna sacra» con una identità da rispettare
con un migliore collegamento con le varie comunità locali


Nel salone del Museo di Zoologia del Dipartimento di biologia animale dell'Università di Catania ha avuto luogo l'annunciata conferenza stampa del prof. Franco Tassi, coordinatore del Comitato Parchi nazionali d'Italia. Dopo il saluto del prof. Guglielmo Longo, direttore del dipartimento, la prof. Nuccia Di Franco Lino, presidente del Fondo siciliano per la Natura ha introdotto l'illustre ospite, ricordando la sua ultratrentennale attività come direttore dell'Ente parco nazionale d'Abruzzo e la sua preziosa opera di ricercatore e divulgatore.
Il prof. Tassi, autore fra l'altro di una tentata guida della Natura della Sicilia (1974), ha sottolineato l'inopportunità degli impianti sciistici, da insediare in due zone A del parco dell'Etna e la necessità di ricercare possibili alternative alle giuste rivendicazioni delle comunità del Parco, puntando sulla riqualificazione dei centri storici, su iniziative durature destinate a giovani stranieri, sempre più interessati a conoscere siti lontani dai modelli prodotti dalla globalizzazione. Tassi, a questo proposito, ha citato uno slogan che si riferisce a questa tendenza: «Kids are the key» (i giovani sono la chiave), da opporre alle paventate sciovie, altrove in deficit. L'Etna, area protetta di rilievo internazionale deve essere omologato alle «montagne sacre», perché strettamente collegate alle comunità locali. Ogni comune dovrebbe averne il suo Centro visita monotematico, dall'ornitologia alle piante endemiche, alle aree faunistiche, magari ospitati in edifici opportunamente restaurati. La Sicilia e l'Etna, ha concluso Tassi, sono parte integrante della civiltà espressa dalla Magna Grecia e devono trovare la forza e le opportunità per affermare la propria identità senza farsi intrappolare da modelli estranei alla loro centralità culturale.
L'ing. Rannisi della Lipu ha chiesto al comitato coordinato da Tassi il sostegno dell'ente parco dell'Etna e alle associazioni protezionistiche per evitare interventi inutili o inopportuni che vengono effettuati durante le emergenze eruttive, quando le norme di salvaguardia vengono facilmente messe da parte.
Il vulcanologo Caffo dell'Etna Parco dell'Etna è intervenuto per ricordare alcune difficoltà in questo settore, mentre Angelo Ronsisvalle ha richiesto ai presenti di approvare una mozione d'ordine in merito al disegno di legge Leanza Fleres sugli impianti di risalita del terzo e del quarto polo turistico dell'Etna: chiedere al prof. Luigi Arcidiacono, presidente del comitato tecnico scientifico del Parco dell'Etna, di esprimere il proprio parere sulla questione.

 
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