Riforma del vino, si Ue

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Riforma del vino, si Ue

“Il voto di oggi è un grande successo sia per la viticoltura europea sia per il ruolo politico del Parlamento in questa grande riforma”.
Lo afferma il portavoce della delegazione italiana di Forza Italia a Bruxelles, Giuseppe Castiglione, commentando l'approvazione (31 favorevoli, 7 contrari e 3 astenuti) da parte della commissione Agricoltura del Parlamento europeo della riforma dell'Ocm Vino.
“Ho voluto puntare sulla centralità del Parlamento europeo - riprende il relatore della riforma - e il voto di oggi, al di là della larghissima maggioranza con cui è stata adottata la mia relazione in Commissione, è il risultato di un grande lavoro di cooperazione tra gruppi politici, diversità nazionali e specificità locali in nome di un nuovo modello di viticoltura europea”.
“Grazie all'approvazione di alcuni compromessi - continua Castiglione - siamo riusciti ad ottenere un testo coerente e ambizioso, che punti al mercato, alla competitività dei nostri vini, ad una loro maggiore capacità di penetrazione sia sul mercato interno che in quelli internazionali”.
“Abbiamo voluto destinare le risorse, fino ad oggi utilizzate in maniera poco efficace per la distruzione delle nostre produzioni, al finanziamento di programmi nazionali di supporto del settore. Nel contempo, abbiamo garantito una maggiore sussidiarietà agli Stati membri, per scegliere le misure più adeguate al rilancio della propria viticoltura: dalla promozione alla conoscenza dei mercati, dalla ricerca e lo sviluppo alla ristrutturazione della filiera. Tutte misure che ci consentiranno di passare da una politica della quantità ad una della qualità, migliorando così la commercializzazione dei nostri vini”.
“Per questo – prosegue l'europarlamentare - ho puntato sul rafforzamento della tutela delle indicazioni geografiche, anche dal punto di vista dell'etichettatura, non consentendo l'indicazione di annata e vitigno per i vini da tavola e sottraendo i vini DOC e IGT ad una possibile futura liberalizzazione dei diritti di impianto. Per tutti gli altri vini, invece, non abbiamo detto un “no” definitivo alla liberalizzazione, ma penso sia necessario, prima di decidere cosa fare, tutelare gli investimenti fatti fino ad oggi dai nostri produttori e soprattutto verificare prima come funzionano, da un lato, il regime di estirpazione, ridotto da cinque a tre anni, e dall'altro i programmi nazionali di supporto”.
“Infine, un buon compromesso ci ha consentito di superare uno dei nodi più problematici di questa riforma: l'utilizzo dello zucchero. Da un lato, si è riconosciuto per gli Stati membri che utilizzano tradizionalmente tale pratica la possibilità di continuare a farlo, ma con limiti molto più rigorosi, e dall'altro abbiamo ottenuto il mantenimento sia degli aiuti al mosto, sia della distillazione dei sottoprodotti, a livello comunitario, due punti fondamentali per l'Italia”.

 
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