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Eolico, firmato il decreto

Foto: Eolico, firmato il decreto

Arrivano nuove norme per la realizzazione degli impianti eolici in Sicilia. Dopo il via libera della giunta regionale, l’assessore al Territorio e ambiente, Francesco Cascio, ha firmato il decreto (che modifica quello precedente del 10 settembre 2003) che fissa nuove modalità per la realizzazione di impianti in Sicilia. Il provvedimento, che era stato richiesto anche da diverse associazioni ambientaliste (Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Cai e Lipu), capitanate dall’ex ministro dell’Ambiente, Carlo Ripa di Meana, mira, per ottimizzare l’utilizzo del territorio ed in attesa dell’approvazione del Piano energetico regionale, che fisserà le quote di produzione di energia delle diverse fonti, ad adottare ulteriori misure cautelative nel rilascio di nuove autorizzazioni.

''La Regione – afferma Cascio - ha deciso di ''sposare'' la politica dell’ambiente, puntando sulla promozione dell’energia pulita, ma anche sulla tutela del territorio. La Sicilia, in questo modo, vuole concorrere in modo rilevante a rispettare i termini stabiliti nel protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici che prevede per l’Italia l’abbassamento, entro il 2012, delle emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 6,5 per cento rispetto al 1990. Il governo regionale punta molto sulle fonti alternative per la produzione di energia elettrica, tanto che ha messo a disposizione, con i fondi di Agenda 2000, oltre 125 milioni di euro per la realizzazione di questi impianti. Con il decreto firmato oggi abbiamo voluto dare una segnale preciso: non più deregulation, ma un controllo più serrato ed incisivo alle autorizzazioni di compatibilità ambientale''.

Le novità introdotte con il provvedimento si applicheranno a tutti quei progetti per i quali, alla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale della Regione, non sia stato ancora emesso il giudizio di compatibilità ambientale. Tutti questi progetti, prima del rilascio del provvedimento finale, dovranno, quindi, essere integrati con la nuova documentazione. Stabilita anche una ''scadenza'' dell’autorizzazione. Se entro 12 mesi dal rilascio del provvedimento di compatibilità ambientale non verranno avviati i lavori, l’assessorato provvederà alla revoca dell’autorizzazione.

Stessa sorta spetterà ai progetti già autorizzati, per i quali i 12 mesi partiranno dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gurs. Eventuale motivi di forza maggiore, che abbiano fatto slittare l’avvio dei lavori, dovranno essere comunicati all’assessorato entro 30 giorni dalla scadenza dei 12 mesi. Tra le novità introdotte l’estensione del giudizio di compatibilità ambientale a tutti gli impianti (in-shore e off-shore), qualunque sia la tensione della rete su cui avverrà la consegna dell’energia prodotta, quindi anche a quelli inferiori a 20 mila volt, per i quali prima non era necessaria alcuna autorizzazione ambientale.

Richiesta anche la certificazione, da parte di società specializzate ed abilitate, di uno studio del vento, per un periodo di osservazione non inferiore ad un anno. Novità anche per le autorizzazioni comunali e delle Soprintendenze. Gli enti locali, infatti, dovranno esprimere il proprio parere una sola volta, in sede di approvazione della variante urbanistica. Per le Soprintendenze, invece, entra in vigore il silenzio-assenso. Se gli impianti non rientrano zone paesistiche, il via libera si dà per scontato trascorsi 60 giorni dalla presentazione dell’istanza. Nel caso di vincoli, invece, gli uffici periferici dell’assessorato ai Beni culturali avranno 150 giorni di tempo per valutare i progetti.

Mantenuta la divisione del territorio regionale in tre zone: escluse, sensibili e consentite. Per i Sic, i siti di interesse comunitario (che tutelano particolari habitat naturali) la zona di protezione è estesa, tassativamente, anche nel raggio di 2 km dal loro perimetro. In precedenza, invece, la determinazione della distanza era considerata ''di norma''.

 
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