La Riserva dell'Isola Bella vuole crescere. E non solo come numero di visitatori, già in costante aumento, ma anche in termini di estensione. La proposta di ampliamento dei confini è infatti contenuta in una bozza di piano di gestione che il Wwf, ente gestore della splendida area protetta taorminese, si accinge a presentare.
Le linee guida sono state esposte nel corso di un convegno tenutosi al Diodoro di Taormina, durante il quale sono state illustrate le enormi valenze scientifiche di questa area protetta. Il lavoro di ricerca ha coinvolto le tre principali Università siciliane: ne è uscito fuori uno studio unico, che ha ricostruito la mappa faunistico-vegetazionale dell'Isola Bella, che vanta una straordinaria biodiversità e numerosi endemismi, quali la lucertola Podarcis sicula dal ventre rosso, o il fiordaliso di Taormina, o, nei fondali, un mollusco, la Panopea glicim. la cui scoperta ha stupito i ricercatori.
Nel corso dei lavori sono stati esposti i risultati di attente ricerche sulla fauna, sulla flora, sugli endemismi, sulle emergenze dei fondali, sulle grotte. Uno studio articolato che evidenza così la necessità di tutelare ulteriormente questo territorio, in cui ad esempio, spiega la direttrice della riserva, la dottoressa Annamaria Scifo, paradossalmente, la zona A si estende per appena un ettaro.
L'idea è invece quella di estendere i confini a sud, ad abbracciare le falesie del Capotaormina, ma inglobando anche, a nordovest (saltando l'area più antropizzata) il vallone sovrastato dalla funivia, per la presenza di alcune significative querce e per il particolare ecosistema che vi si è istaurato.
La Riserva Isola Bella si avvia così a divenire, caso unico per adesso, una sorta di laboratorio d'ambiente, un modello di sviluppo purtroppo ancora raro in Sicilia in cui il mondo universitario della ricerca e dell'associazionismo si sposano in nome dello sviluppo sostenibile per elaborare proposte basate su fondamenti scientifici, per definire piani di gestione davvero correlati ai piani di attuazione, senza negare o escludere scienza e fruizione turistica.
Come ha dimostrato uno studio condotto dalla facoltà di Economia del Turismo, cattedra di Economia dei Parchi e delle Riserve, rilevando la crescita negli anni e la diversificazione del flusso di visitatori.
Di più, dalla giornata di lavori è emersa la necessità di provvedere al più presto alla stesura di una attenta analisi scientifica delle emergenze dei fondali, ricchi di elementi naturalistici straordinari, fra cui, solo per fare un esempio, alcune rilevanti stazioni di corallo rosso. Straordinarie scoperte che solo l'istituzione di un'area marina protetta potrebbe adeguatamente tutelare e valorizzare, integrando il sistema riserva verso un modello ordinato di tutela ambientale e fruizione turistica.
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