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Psr, piano rurale verde

Foto: Psr, piano rurale verde

Presentata alla facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, la prima bozza del Psr, il Programma di sviluppo rurale per il 2007/2013 cofinanziato dall’Unione europea. A disposizione degli agricoltori siciliani, per i 7 anni, ci sono 2,1 miliardi di euro, comprensivi del cofinanziamento nazionale e regionale. Il documento verrà consegnato al Forum del partneriato e saranno avviati appositi incontri per un confronto con gli operatori del territorio.
“Siamo all’inizio del percorso – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via – il documento non è chiuso, ma è aperto a tutti quei contributi che arriveranno dai rappresentanti delle varie categorie e che serviranno ad affinare meglio il programma prima di mandarlo a Bruxelles per l’approvazione finale”.
La bozza del Programma è già sul sito dell’assessorato (www.regione.sicilia.it/agricolturaeforeste) in modo tale che possa essere scaricata da chiunque ne abbia interesse. Contributi e suggerimenti per arrivare alla stesura definitiva del Programma potranno essere inviati all’indirizzo di posta elettronica agri1.svilupporurale@regione.sicilia.it.
Le novità rispetto alla precedente programmazione del Por 2000/2006 sono molte. A cominciare dal fatto che ci sarà un fondo unico, il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) esclusivamente dedicato all’agricoltura. Ma anche per quanto riguarda la gestione amministrativa ci saranno dei cambiamenti, nell’ottica della semplificazione amministrativa, della riorganizzazione nella valutazione delle proposte e della gestione informatizzata e del sistema di monitoraggio. Ad effettuare i pagamenti, per esempio, non sarà più la Regione, ma l’organismo pagatore Agea. Cambia anche la logica dei finanziamenti.
“Rispetto alla precedente programmazione – riprende La Via – dobbiamo guidare il processo ed evitare che avvenga il contrario. I nuovi orientamenti comunitari, ma anche i regolamenti più rigidi “privilegiano” l’aspetto imprenditoriale delle aziende agricole che oggi più che mai sono chiamate ad operare scelte in un quadro di convenienze economiche determinate sempre più dalla dinamiche dei mercati e da fattori esterni all’azienda che rendono necessario per l’imprenditore agricolo sviluppare capacità di analisi economica, cultura d’impresa e forte attitudine manageriale”.
Da qui anche l’innalzamento, rispetto alla precedente programmazione, del numero minimo di Ude, (l'unità di base per il calcolo della dimensione economica aziendale) che passa da 4 a 15. Altra novità è quella del “pacchetto giovani” ovvero un insieme di misure di sostegno all’avvio dell’attività. Rispetto al passato, infatti, il premio (25mila euro) non sarà a fondo perduto, ma ci sarà l’obbligo da parte dei giovani di partecipare congiuntamente ad una misura d’investimento prevista dal Psr. Previsti anche i cosiddetti “progetti di filiera” che puntano all’aggregazione di diverse aziende, da chi produce a chi commercializza, con la presentazione di un progetto unico.
Quattro gli assi di intervento previsti dal programma. L’asse 1 è quello che punta al miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale, con dei veri e propri aiuti per l’insediamento dei giovani, interventi di formazione professionale, ammodernamento delle aziende, sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie, miglioramento delle infrastrutture e della qualità dei prodotti. L’asse 2 prevede il miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale con l’attribuzione di premi per conservare e tutelare la biodiversità, incrementare la superficie boscata, mitigare l’effetto serra. L’asse 3, che prevede la qualità della vita nelle zone rurali, è la vera novità del programma, perché punta alla diversificazione dell’economia rurale, con la riqualificazione dei centri storici e dei borghi rurali e la valorizzazione del patrimonio culturale. L’asse 4, ovvero l’approccio Leader, che ha come obiettivo quello di consolidare i partneriati locali con interventi da loro coordinati anche nell’ambito dei diversi assi del programma.
“Entro la fine dell’anno - conclude La Via - ci saranno già i primi bandi, che rispetto al passato saranno sempre aperti. L’ipotesi prevede che il progetto venga presentato non più all’assessorato, ma direttamente all’ispettorato provinciale che inizia ad istruire la pratica. Una volta completato l’iter ed attribuito il punteggio, l’agricoltore potrà presentare la richiesta di finanziamento e con il bando aperto ogni 90 giorni ci sarà una valutazione. Vantaggi: il numero di pratiche da finanziare ogni 3 mesi è estremamente contenuto, chi non rientra nel finanziamento in quel periodo va a quello successivo. E così via. In sostanza, non più due anni e mezzo per ottenere il finanziamento bensì sei mesi, al massimo”.



IPOTESI RIPARTIZIONE RISORSE PER ASSE

ASSE RIPARTIZIONE

ASSE 1 MIGLIORAMENTO COMPETITIVITA' SETTORE AGRICOLO 42% - 47%
ASSE 2 MIGLIORAMENTO AMBIENTE E SPAZIO RURALE 37% - 42%
ASSE 3 QUALITA' DELLA VITA NELLE ZONE RURALI 10% - 15%
ASSE 4 APPROCCIO LEADER 5%

 
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