Sull'Etna a piedi scalzi

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Sull'Etna a piedi scalzi

Foto: Sull'Etna a piedi scalzi

Dopo il Kilimangiaro, le Ande e il Makalu, la “Montagna nera” dell’Himalaya, per Tom Perry, l’ormai leggendario “alpinista scalzo”, l’uomo che sale a scende a piedi nudi sulle montagne di tutto il mondo, è arrivata l’ora dell’Etna: giovedì 29 marzo sarà infatti il più alto vulcano attivo d’Europa il teatro della sua nuova impresa, la discesa dalla cima (3350 metri) fino al rifugio Sapienza.
L’evento, organizzato dall’associazione “Porta dell’Etna” di Nicolosi, in collaborazione con il Parco dell’Etna ed il Comune di Nicolosi, sarà presentato – con la partecipazione di Tom Perry - mercoledì 28 marzo, alle ore 16,30, presso la sala conferenze della sede dell’Ente Parco, il Monastero Benedettino di San Nicolò La Rena.
“Sono molto emozionato all’avvicinarsi di questo evento: sogno una corsa sull’Etna, una montagna che emana un fascino straordinario, fin da quando, cinque anni fa, cominciai questa grande avventura a piedi scalzi tra le cime di tutto il mondo – spiega Tom Perry – Sarà la prima volta che troverò, con la neve ed il ghiaccio, la terra bollente del vulcano. Insieme mi trasmetteranno tanta energia come mai mi è accaduto. Proverò come mai prima quell’impagabile sensazione di benessere che sento quando tolgo gli scarponi. A piedi nudi la terra mi trasmette tutta la sua energia, mi rigenera spiritualmente, mi riappacifica con il mondo: mi sento testimone di grandi valori positivi, autentici, senza intermediazioni”.
L’uomo semplice, il simbolo dell’ “alpinismo solidale” ed il messaggero di pace che ha consegnato e fatto autografare lo scorso anno al Dalai Lama la fiaccola olimpica di Torino, sulle vetta del Makalu e dopo 140 chilometri e sette ore a piedi nudi sui ghiacciai dell’Himalaya, si prepara all’atteso incontro con l’Etna (dove si avvarrà della collaborazione di un team di alpinisti, amici che lo seguono abitualmente nelle sue spedizioni in giro per il mondo) con grande entusiasmo. “Voglio dedicare questa mia impresa alla Sicilia, una terra bellissima, ed ai tanti siciliani perbene vittime della violenza e che hanno sacrificato perfino la loro vita per dare ai loro figli un futuro migliore – dice ancora Tom Perry – Ed anche a tutti coloro che hanno meno fortuna di noi, che dobbiamo avere la capacità di ascoltare, dedicando loro costantemente solidarietà ed attenzione”.
Tom porterà sull’Etna la bandiera della pace. E sul vulcano raccoglierà un sacchetto di sabbia lavica per portarlo a maggio sul Fuiyama, la mitica montagna-simbolo del Giappone, dove affronterà una nuova, straordinaria impresa a piedi scalzi. “Voglio rendermi testimone – annuncia - di un ideale gemellaggio tra due tra le cime più amate della terra, con l’obiettivo di portare insieme a me un messaggio di pace e di solidarietà, così importante in questi tempi gravidi di preoccupazioni, tra le genti di tutto il pianeta”.

TOM PERRY : CENNI BIOGRAFICI – Tom Perry, “l’alpinista scalzo”, Pekupeku come lo hanno ribattezzato in Tanzania, in lingua swaili, si chiama in realtà Antonio Peretti e nasce nel 1960 in Veneto, a Sovizzo, piccolo centro nei pressi di Vicenza. Fin da ragazzo rivela una spiccata predisposizione all’attività sportiva, che lo porterà ad essere calciatore, atleta di mezzofondo, paracadutista, escursionista, spericolato campione di motociclismo.
Sono queste le principali discipline praticate da Tom Perry, che di mestiere è agente della polizia provinciale, nel settore forestale. Ma è in età matura, proprio sui monti che circondano Vicenza e che frequenta per professione, che Antonio scopre la sua particolarissima vocazione: correre in montagna a piedi nudi. Accade un giorno d’estate del 2002, sui canaloni sassosi dei fianchi del Monte Carega, quando si toglie gli scarponi d’ordinanza e comincia a correre verso valle, a piedi scalzi. E’ un’azione travolgente, spinta da una grande predisposizione fisico-atletica e dalla massima concentrazione mentale.
Nasce così la leggenda di Tom Perry, l’alpinista scalzo. Il battesimo ufficiale è il 15 agosto di quell’anno con la discesa ininterrotta da Cima Posta, sulle Piccole Dolomiti. Poi il Gran Sasso, il Cristallo, le principali vette delle Dolomiti e la grande avventura in tutto il mondo: il Sinai, i vulcani ecuadoregni, il Kilimangiaro, l’altipiano andina del salar de Uyuni, il Nevado Sajama (la vetta andina più alta della Bolivia, con i suoi 6550 metri), il Makalu e l’Himalaya. E quest’anno l’Etna tra qualche giorno, poi l’Aconcagua e il Fuiyama.
Sempre con un obiettivo preciso: un invito alla semplicità, alla solidarietà, all’altruismo ed uno stimolo a riflettere sui valori, spesso discutibili, della moderna società dei consumi. “Togliendomi gli scarponi voglio dire proprio questo: noi occidentali abbiamo molto, spesso anneghiamo nel superfluo e nell’inutile. Tantissima altra gente, la maggior parte della popolazione mondiale, non ha invece di che vivere”, ama dire Tom Perry. Tutta qui la motivazione, semplice e profonda, del suo stile sobrio di correre in montagna. E da qui il motto sulla home-page del suo sito:“Tutto quello che riusciremo a fare per gli altri, tornerà indietro a noi stessi”.

 
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