Etna, ecco la nuova sede

Vai al nuovo sito web SiciliaParchi.it

sabato 18 maggio 2024 • 08:20.35 Collegamento alla pagina SiciliaParchi su Facebook 
[Link esterno, apre una nuova finestra]  Collegamento al canale YouTube di SiciliaParchi 
[Link esterno, apre una nuova finestra]
Imposta Sicilia Parchi come pagina iniziale  Aggiungi Sicilia Parchi.com all'elenco dei tuoi siti preferiti
        Torna alla Home Page
Icona menù "Progetto"
Icona menù "Parchi"
Icona menù "Riserve naturali"
Icona menù "Archivio News"
Icona menù "Foto e Video"
Motore di Ricerca
 
Vai allo speciale: Sapori dei Parchi. A cura di Vincenzo Raneri

Vai all'archivio degli speciali

riserve
Stampa Articolo |  Archivio 
Etna, ecco la nuova sede

Foto: Etna, ecco la nuova sede

Una grande festa per una grande inaugurazione. Il prestigioso monastero dei Benedettini, nuova sede dell'Ente Parco dell'Etna, a Nicolosi, è stato ufficialmente aperto al pubblico nel corso di una serata di alto profilo, alla presenza, al gran completo, del mondo dei parchi e delle riserve dell'isola.

Dall'assessore regionale al Territorio ed Ambiente, Francesco Cascio, al padrone di casa, Concetto Bellia, dal presidente di Federparchi Matteo Fusilli, passando attraverso tutti i vertici dirigenziali degli altri tre parchi, dal presidente del Cutgana Angelo Messina agli operatori delle aree protette siciliane.
Una grande festa, appena bagnata da una timida pioggia, a mo' di fortuna, ha accompagnato l'apertura ufficiale, seguita da circa un migliaio di intervenuti. Una serata scandita da una serie di spettacoli, dalla rappresentazione del Mito di Efesto alla ricostruzione della storia del monastero, dai fuochi d'artificio dei fratelli Chiarenza, alla esecuzione dell'inno siciliano scritto da Vincenzo Spampinato.
Tanti i volti noti, dal presidente del parco delle Madonie Massimo Belli ai commissari Seminara (Nebrodi) e Giacalone (Alcantara), i direttori Francesco Gendusa (Alcantara) , Tinnirello (Etna), Francesca Grosso (Madonie), il mondo dell'Università, il vicepresidente dell'Ars Salvo Fleres, una folta rappresentanza di sindaci ed amministratori dell'area del comprensoiro catanese.
"Una sede prestigiosa - spiega il presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia - che giunge al termine di una lunga opera di restauro. Un traguardo, ed insieme un punto di partenza, perchè il parco possa avere il suo rilancio e consolidare il proprio ruolo nel territorio".
"E' una bella festa, come fra tanti amici - ha spiegato da parte sua Francesco Cascio, assessore regionale al Territorio ed Ambiente. Parchi e riserve sono una comunità significativa ed attiva per la crescita dell'Isola, confermo l'impegno del Governo regionale a questo settore".
Volti sorridenti anche fra dirigenti e collaboratori dell'ente Parco. "Una bella occasione di incontro fra tutti gli operatori" - spiega Gaetano Perricone, Ufficio Stampa del parco."Certamente un evento per il sistema delle aree protette regionali e nazionale in una cornice che è anche sede prestigiosa del Parco".
Una piacevole serata (cui Sicilia Parchi dedicherà nei prossimi giorni un video con la voce dei protagonisti) conclusasi con una degustazione di piatti tipici e buon vino. Ovviamente dell'Etna.
(Ivan Trovato)

Certi di fare cosa gradita alla comunità siciliana dei Parchi e delle Riserve, pubblichiamo di seguito il testo integrale del discorso del Presidente del Parco dell'Etna Concetto Bellia.


Ci sentiamo oggi profondamente onorati dalla Vostra autorevolissima presenza, che consideriamo un prestigioso riconoscimento per il ruolo, i valori ed il significato del Parco dell’Etna all’interno del sistema regionale e nazionale delle aree protette, ma anche e soprattutto per il nostro bellissimo territorio e per le popolazioni che in esso risiedono.
Per questa gente stiamo cercando di creare una serie di opportunità legate alle tante risorse endogene del Parco. Ma prioritariamente, nel più assoluto rispetto dei nostri compiti istituzionali, abbiamo lavorato e stiamo lavorando per rafforzare, soprattutto nelle giovani generazioni, un approccio culturale sempre più rispettoso della natura e dei suoi straordinari valori e per rendere sempre meglio fruibile la nostra area protetta, che grazie a quel grande valore aggiunto che si chiama Etna continua ad essere meta privilegiata di turisti e visitatori di tutto il mondo.
A tutti Voi, che in questa giornata storica per il nostro Ente ed in questo bellissimo luogo ci avete voluto gratificare con la Vostra presenza, porgo il più caloroso benvenuto e ringraziamento da parte mia e dell’intero staff dell’Ente Parco dell’Etna..
Vi accogliamo, con grande piacere e con motivato orgoglio, nella nostra nuova sede, il Monastero dei Benedettini di San Nicolò La Rena, antico e fascinoso edificio di grande valore storico e architettonico attorno al quale nacque e si sviluppò la comunità di Nicolosi. Con l’insediamento in questo luogo che, forse immodestamente ma con profonda convinzione, definisco straordinario, il Parco dell’Etna raccoglie i frutti di tanti anni di lavoro. Portato avanti con grande impegno, prima di questo presidente che oggi vi parla - sento il dovere di ricordarlo - da coloro che mi hanno preceduto nella responsabilità di vertice di questo Ente: i due presidenti, il dottor Li Calsi e il dottore Urzì; ma anche i commissari, il dottore Sinatra, l’ingegnere Calderaro, l’ingegnere Marino, l’ingegnere Cottone, il dottor Giarratana; e gli ex direttori tutti, il dottor Franco Russo, l’ing. Pasquale Nania, il dottor Francesco Vinci, il dottor Orazio Grisafi, l’ing. Giacomo Talluto. Voglio ringraziarli per tutto ciò che hanno fatto per il Parco dell’Etna, anche in periodi per nulla facili, e con loro voglio ringraziare indistintamente tutti quanti i dipendenti del nostro Ente, che hanno partecipato con impegno ed entusiasmo, dopo il trasferimento nella nuova sede, alla definitiva sistemazione della struttura per come oggi ve la presentiamo.
Colgo l’occasione per ringraziare anche tutti i componenti del Comitato Esecutivo che mi hanno collaborato fino ad oggi: il vicepresidente e sindaco di Piedimonte Etneo, Pippo Cavallaro; il professore Luigi Arcidiacono, presidente del Comitato Tecnico Scientifico; l’onorevole Sebastiano Valastro; Felice Stagnitta sindaco di Linguaglossa; Francesco Drago; Filippo Patanè, capo dell’Ispettorato Forestale di Catania. Ed anche gli ex componenti, Rosario Pulvirenti e Nunzio Parrinello.
Ma oggi non celebriamo certamente il raggiungimento di un traguardo. Voglio anzi ripetere anche davanti a questa illustrissima platea quanto ho detto provocatoriamente, più volte, in quest’ultimo periodo: possiamo dire che, per noi del Parco, questo è “l’anno zero”, il punto di partenza per un cammino ancora lungo e denso di impegno e fatica. Nel senso che, diciotto anni dopo l’istituzione da parte della Regione Siciliana dell’area protetta intorno al più grande vulcano attivo d’Europa, adesso abbiamo davvero tutte le carte in regola per svolgere nel miglior modo possibile quel ruolo essenziale di collegamento tra il Parco e tutto ciò che sta attorno ad esso ed avviare, partendo proprio dal nostro Monastero, un percorso di integrazione piena tra l’area protetta e le esigenze reali del territorio e delle sue genti.
In quest’ottica, lo splendido edificio che abbiamo ristrutturato e che inauguriamo oggi – per noi è un modo davvero speciale di festeggiare la maggiore età del Parco dell’Etna, una bellissima festa di compleanno - avrà un ruolo fondamentale. Una parte diventerà museo, nascerà una sezione bibliotecaria, lanceremo un percorso conoscitivo attorno al Monastero recuperandone le antiche radici storiche e culturali; il palmento ed il vigneto saranno adibiti in un futuro prossimo a centro studi sulla viticultura ed enologia etnea; infine stiamo realizzando, in collaborazione con il Dipartimento di Botanica dell’Università di Catania ed il Cutgana, una “banca del germoplasma”, progetto finalizzato alla conservazione, moltiplicazione  e valorizzazione delle specie di interesse naturalistico e di specie di interesse agrario tradizionalmente coltivate nel territorio etneo, preservandole dal rischio di estinzione. La salvaguardia di tali specie che caratterizzano il paesaggio naturale e antropizzato tradizionale è presupposto indispensabile per il mantenimento del prezioso patrimonio naturale e paesaggistico affidato in gestione a questo Ente Parco dell'Etna. Per tale motivo la realizzazione della Banca del germoplasma costituirà elemento strategico di rilievo nella politica gestionale dell’Ente Parco dell'Etna.
In sostanza, il Monastero così restituito alla collettività dopo lunghi anni di abbandono, dovrà rappresentare, per le genti dell’Etna ma anche per tutti coloro che, da ogni angolo del mondo e in ogni stagione, vengono a visitare il nostro territorio, una spazio riconquistato alla cultura, alla natura, alla promozione dei prodotti tipici. Ed anche, nelle nostre speranze, un punto di riferimento per accogliere ed ospitare significativi eventi culturali e scientifici.
Nel nostro organo ufficiale, come vedrete, abbiamo cercato di raccontare come è rinato il Monastero, ma soprattutto ciò che è stato nel suo splendido passato. Ci ha brillantemente aiutato in questa ricerca l’equipè dell’Archivio di Stato di Catania, guidata dal Direttore dott. Aldo Sparti, alla quale va il nostro più sentito ringraziamento, insieme all’auspicio di una collaborazione sempre più proficua. Così come vogliamo ringraziare per la collaborazione la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania.
Ci siamo molto impegnati, in questi anni, per recuperare e restituire alla fruizione collettiva alcuni tra i più importanti edifici storici del Parco intorno al vulcano. Oltre al Monastero, voglio ricordare che abbiamo ristrutturato ed affidato, predisponendo un modello di gestione sostenibile che dovrà essere rispettato in pieno, il Grande Albergo dell’Etna, in località Serra La Nave, di proprietà del Parco. E’ così rinata e sarà fruibile da parte dei turisti una struttura ricca di storia e di fascino, da sempre collegata nell’immaginario collettivo alle peculiarità del vulcano, meta privilegiata di molti catanesi di tante generazioni. Ed ancora, abbiamo ristrutturato un altro edificio di particolare valore storico nel territorio, la Villa Manganelli di Sarro, alla periferia di Zafferana Etnea, per la quale è in arrivo un finanziamento che potrà rendere possibile, all’interno dell’elegante struttura, di un Museo dell’Etna.
Ma abbiamo lavorato a fondo, mi piace ricordarlo oggi, con il grande impegno dell’intera struttura, ai progetti inseriti nell’accordo di programma (misura 1.11 del Complemento di programmazione al Por Sicilia 2000-2006) per la realizzazione di opere di prima infrastrutturazione e di immediata realizzazione: recupero ambientale di cave e discariche, completamento tabellazione, potenziamento del Sistema Informativo Territoriale – fondamentale per la conoscenza minuziosa del Parco dell’Etna e di tutto ciò che in esso insiste, ma anche per la divulgazione delle informazioni -, acquisizione di aree di massima tutela, rinaturalizzazione di boschi.
E voglio anche ricordare il nostro impegno per la creazione di una serie di Punti Base, strutture strategicamente importanti per il Parco all’interno del territorio, alcuni dei quali già ultimati, altri in fase di completamento: il n.1 al Grande Albergo, in territorio di Ragalna; il n.2, la Casermetta di Piano Mirio, in territorio di Biancavilla; il n.7, la Casermetta della Scuola di sci, territorio di Maletto; il n.13, le Case Bevacqua, territorio di Piedimonte; il n.16, le Case Pietracannone, in territorio di Milo; il n.20, in Contrada Cicirello di Trecastagni.
Progetti e lavori che danno un senso profondo e contenuti concreti a quella fase di riqualificazione e di rilancio del nostro territorio, che costituisce un nodo strategico fondamentale per l’attività di questa Amministrazione e che valorizza in pieno le peculiarità istituzionali dell’Ente, impegnato sempre più a dare alle popolazioni locali le risposte attese da tempo.
Stiamo anche lavorando, insieme all’Enea, per sviluppare nel Parco un valido sistema di gestione ambientale. Ricordo che i Sistemi di Gestione Ambientale sono uno strumento di politica territoriale che può aiutare tutti a vivere e a lavorare in un mondo e in un modo migliore, promuovendo da un lato la tutela e la corretta gestione delle risorse naturali, dall'altro – attraverso una serie di procedure ben precise - il controllo e la razionalizzazione dei processi di produzione, con il conseguente miglioramento degli aspetti organizzativi e della diminuzione del loro impatto sull'ambiente. Tutto ciò è particolarmente importante nelle aree protette, dove le risorse naturali hanno un elevato valore; e siamo particolarmente onorati del fatto che, insieme al Parco del Circeo e al Parco Fluviale del Po’, la nostra area protetta stia sviluppando in questa direzione una esperienza pilota in Italia.
Abbiamo stretto un importantissimo accordo di collaborazione scientifica e divulgativa con l’Istituto Nazionale di Vulcanologia di Catania, ma anche con quello di Palermo; abbiamo lanciato l’idea, di grande respiro culturale, di un museo di sculture contemporanee nel territorio; abbiamo continuato a muoverci con grande impegno sul fronte dell’educazione ambientale e della divulgazione delle bellezze del Parco.
Voglio anche ricordare che il Parco dell’Etna ha intrapreso un percorso di approfondimento finalizzato alla creazione di un marchio di qualità che caratterizzi prodotti e servizi presenti sul proprio territorio. Tra questi, occuperanno certamente una nicchia importante i prodotti agroalimentari tipici, prodotti enogastronomici, prodotti vitivinicoli, prodotti dell’agricoltura biologica e della produzione integrata. In questa prospettiva, le produzioni di qualità presenti sul territorio etneo, quali quelle biologiche, e quelle a denominazione di origine rivestono un ruolo centrale. E, dunque, la “messa a sistema” dei prodotti e dei produttori etnei DOP, DOC etc., sotto il comune denominatore di un marchio collettivo del Parco. posto a garanzia del consumatore sul carattere di qualità degli stessi, sarà il punto d’arrivo di un percorso nel quale intendiamo coinvolgere tutti gli “attori” interessati.
E’dunque il vulcano, il “gigante”, “a muntagna” tanto amata ed allo stesso tempo temuta dalle genti dell’Etna, vero e proprio mito e “logo” della Sicilia nel mondo con il suo fascino immortale, a fare da filo conduttore della nostra attività. Come, del resto, è normale: è il vulcano, lo ripetiamo costantemente, lo straordinario valore aggiunto del nostro territorio e con la sua fisiologia, della quale fanno certamente parte le eruzioni, bisogna confrontarsi in un ragionamento strategico di salvaguardia, pianificazione e sviluppo. E, con il vulcano, ecco anche la principale caratteristica del nostro Parco dal punto di vista ambientale: la colata lavica. In tutti gli altri Parchi naturali è possibile avere esperienze eco-turistiche abbastanza simili, ma solo sull’Etna si ha l’opportunità di vedere scorrere sotto i propri occhi la lava, che è dunque la vera, grande attrazione. Non ci stanchiamo mai, in tutte le occasioni pubbliche, di ribadire questo fondamentale concetto: è importante che venga compreso, una volta per tutte, dalle popolazioni del Parco e da chi le amministra.
Vogliamo, dunque, anche oggi ripeterlo con estrema franchezza: a nostro avviso, il modello Cortina, il modello Courmayer, non sono applicabili all’Etna. Bisogna, invece, pianificare l’intero territorio e le sue iniziative, con l’obiettivo di un turismo finalmente destagionalizzato, a 360 gradi e per 365 giorni all’anno, con un potenziamento delle strutture alberghiere nei Comuni e con un sistema viario diverso verso le zone sommitali del vulcano.
Un turismo che noi vogliamo equilibrato, profondamente rispettoso della natura, capace di coglierne e recepirne al meglio i valori più profondi, che non sono soltanto naturalistici, ma anche etici. Un turismo che, se stimolato da una maggiore e migliore qualità dei servizi (con la promozione di strutture ricettive a basso impatto ambientale, vedi agriturismi e B&B), può davvero fare diventare questo significativo, straordinario pezzo di territorio siciliano quel “motore di sviluppo” del quale, da tanti anni, si sente parlare nei convegni di settore come un vero e proprio oggetto del desiderio da parte di amministratori, esperti e appassionati.
Per quello che ci riguarda direttamente, come abbiamo sottolineato spesso, stiamo costantemente lavorando con l’obiettivo strategico di creare un “sistema Etna” aperto verso i poli turistici della Sicilia orientale.
Secondo legge, la pianificazione nel Parco la fa il Parco. In quest’ottica, consideriamo quanto mai importante essere riusciti a condurre in porto l’iter del Piano Territoriale di Coordinamento, già da tempo definitivamente approvato dal Consiglio del Parco ed oggi arrivato alla fase conclusiva dell’esame, da parte degli organi preposti della Regione, prima dell’entrata in vigore.
Riteniamo si tratti, in prospettiva futura, di un passaggio realmente di portata storica per il Parco e le sue popolazioni: mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente, anche in questa occasione così importante e non solo per questo, i Comuni del nostro territorio e la Provincia Regionale di Catania per l’impegno profuso in un lavoro svolto all’insegna della più efficace concertazione.
In definitiva il Piano Territoriale di Coordinamento costituisce uno strumento di moderna pianificazione territoriale integrata di tutte le risorse del territorio, che nel caso specifico è giustificata dalla necessità di un’attenta politica di tutela delle peculiarità ambientali contemperata con gli aspetti di fruizione socio-culturale e con la corretta utilizzazione economica da parte delle comunità etnee. Il lungo periodo che è trascorso per la fase di redazione e conseguente adozione del Piano è stato determinato dalla specificità del Piano e dalla necessità di renderlo realmente utile al territorio ed alle comunità interessate, attivando un processo altamente partecipativo con le comunità stesse per promuovere politiche di sviluppo sostenibile.
Siamo, dunque, profondamente convinti – ci siamo sempre mossi, e continueremo a farlo, in questa direzione –che la concertazione tra le varie istituzioni ed enti locali, sia l’unica strada da seguire per risolvere non soltanto quando si propongono le problematiche post-eruzione, ma anche tutte le altre questioni relative alla programmazione degli interventi sul territorio. Noi non siamo, in sostanza, per privilegiare alcune “isole” rispetto ad altre, ma guardiamo con concretezza alla promozione ed allo sviluppo ecocompatibile complessivo dell’intero territorio, nell’interesse di tutta la collettività del Parco.
Sotto questo punto di vista, voglio confermarlo ancora una volta, il Parco dell’Etna intende recitare la sua parte con autorevolezza e con un ruolo centrale; nel rispetto delle norme che presiedono alla sua istituzione, ma con estrema attenzione e con atteggiamento propositivo rispetto alle questioni legate allo sviluppo sociale ed economico. Dunque senza alcun pregiudizio, ma con la piena convinzione che soltanto dal confronto, serrato ma costruttivo, tra posizioni anche diverse, possa venire fuori un progetto comune per la migliore fruizione del territorio e per quello sviluppo vero, fortemente legato alle risorse endogene, che tutti si attendono.
Tutto questo, in termini concreti, ha determinato e determina la nostra costante attenzione ed il nostro sforzo per una azione sinergica con tutti quegli strumenti di programmazione negoziata (Gruppi di Azione Locale, Patti Territoriali e quant’altro) che, attraverso l’azione concertata di enti, istituzioni, privati, con ruoli diversi ma obiettivi convergenti, possono contribuire a creare quelle condizioni di ammodernamento e di sviluppo essenziali per il futuro della nostra terra. Alla base di questo ragionamento c’è la consapevolezza, da parte dei vari attori coinvolti – alcuni dei quali hanno già maturato notevoli, positive esperienze nelle procedure di sviluppo locale basate appunto sulla concertazione e programmazione negoziata - , della necessità di disporre di uno strumento operativo unitario, in grado di attivare sinergie originali, per valorizzare tutte le potenzialità che i contesti territoriali e le comunità locali sono in grado di esprimere, anche attraverso la realizzazione di tutte le opportune forme di collaborazione tra Enti e Organi che concorrono alla programmazione e attuazione d’interventi di sviluppo del territorio in ogni suo aspetto. Con un obiettivo ben preciso: lo sviluppo ecocompatibile del territorio, risposte concrete alle aspettative delle popolazioni locali. Ed è anche molto importante, in questa direzione, che proceda rapidamente il progetto per i sistemi turistici locali, che valutiamo favorevolmente.
E’ davvero tanto, d’altronde, ciò che il Parco dell’Etna è in grado oggi di offrire ai visitatori. E’ uno straordinario patrimonio di ricchezza naturale e umana: un ambiente assolutamente unico, con i suoi percorsi ricchi di peculiarità per gli occhi dei turisti; un insieme di tradizioni antiche e di cultura popolare, che costituiscono un substrato antropologico di grande interesse; un panorama enogastronomico di prim’ordine.
Alla luce di queste considerazioni, siamo abbastanza soddisfatti dell’interesse suscitato da “Naturalmente Etna”, una manifestazione che ha cercato di raccontare il Parco e tutto ciò che esso riesce ad offrire a turisti ed escursionisti. La prima edizione si è svolta lo scorso anno; abbiamo puntato molto su questo progetto, con un consistente sforzo ed impegno organizzativo. In pratica, abbiamo cercato di fare conoscere ed apprezzare ai turisti lo straordinario patrimonio ambientale, culturale, enogastronomico del nostro bellissimo territorio, offrendo loro, da luglio fino alla fine di novembre, una serie di itinerari in molti casi abbastanza inediti e proponendo, quindi, l’opportunità di conoscere aspetti meno noti del nostro Parco, non soltanto sotto il profilo naturalistico.
Tutto ciò, direi finalmente, in un calendario unico ed omogeneo, che ha cercato di valorizzare, in tutte le sue caratteristiche, l’intero “sistema Parco”, mettendo per la prima volta insieme e con un’unica regia tutta una serie di manifestazioni che, pur significative ed importanti per la promozione dei luoghi e delle tradizioni del nostro territorio, avevano la caratteristica della frammentarietà.
In sostanza, dunque, noi pensiamo– e lavoriamo in questa direzione – ad una fruizione piena del nostro bellissimo territorio orientata ovviamente al rispetto dei grandi valori ambientali che in esso insistono. Va opportunamente sottolineato che le nuove generazioni sono costantemente oggetto delle nostre attenzioni, con frequenti iniziative didattiche e divulgative rivolte alle scuole elementari, medie e superiori. Ne citiamo alcune, che abbiamo portato avanti in collaborazione con le scuole, i Comuni del territorio, le strutture organizzative del Centro servizi Amministrativi del Ministero dell’Istruzione: “Perché il Parco è anche mio”; “Il Parco va in città” (che ha cercato di raccontare agli studenti di Catania le bellezze ed i valori della nostra area protetta; “Il Parco fuoriclasse”; il Premio Ettore Cirino, in ricordo del nostro botanico prematuramente scomparso e del suo grande impegno in questa direzione. Ma voglio anche ricordare la collana “Hornitos-idee vulcaniche per ragazzi vulcanici”, della quale abbiamo pubblicato il primo volume “La Montagna ed i suoi buoni frutti” , che sarà presto seguito da altri volumi tematici.
Stiamo poi mettendo a punto un nuovo sistema di sentieri: nel pieno rispetto del concetto di fruizione compatibile, abbiamo cercato di individuare, in base alle esigenze degli ecosistemi, i periodi dell’anno e la quantità di turisti che queste aree possono sopportare.
Con questa consapevolezza, e con l’idea sempre più convinta di un vero e proprio “Sistema Etna”, lavoriamo e lavoreremo con una strategia avanzata di sviluppo turistico eco-compatibile, come del resto stanno già facendo tutte le aree protette più importanti del sistema italiano ed europeo: tutela ambientale, economia, cultura, turismo, devono camminare insieme per una crescita reale del territorio.
Riteniamo, vale la pena di ripeterlo, che il vero punto di forza di questo progetto sia la concertazione costante tra i protagonisti di questo  “sistema”, l’approccio e l’impegno comune – pur nella differenza dei ruoli istituzionali – di tutti coloro che credono nella possibilità di crescere insieme, di portare avanti un’idea condivisa di sviluppo, proponendo un’offerta di turismo differenziata da quella classica, basata sulle straordinarie opportunità contenute nei loro territori.
Insieme a tutti coloro che lo vorranno, intendiamo proseguire il cammino intrapreso con tenacia fin dal momento del mio insediamento, con alcuni obiettivi precisi: la salvaguardia di questo straordinario territorio intorno al vulcano e l’impegno costante per andare incontro alle forti aspettative, di sviluppo e di promozione del turismo e delle attività economiche, da parte delle popolazioni locali.
Ma il più importante obiettivo, quello per cui dobbiamo continuare a lavorare con il massimo impegno e in piena sinergia con le altre Istituzioni del territorio, è chiaro a tutti: dobbiamo far sì che il Parco dell’Etna non venga più considerato dalla gente che lo abita una fonte di divieti o di proibizioni, ma al contrario fonte di ricchezza e di prosperità. Dobbiamo riuscire a far diventare il Parco, con tutti i suoi profondi valori, patrimonio vero della cultura e del sentire di tutta la gente comune che vive ed opera nel suo territorio.
Credo che molti passi avanti in questa direzione siano stati già fatti, soprattutto per quel che riguarda l’approccio con l’area protetta da parte delle nuove generazioni. Ma tanta, ce ne rendiamo perfettamente conto, è ancora la strada da percorrere. Non basterà soltanto l’impegno dell’Ente in una forte azione di promozione e di incentivazione delle attività economiche sul territorio, se non ci sarà la sempre più convinta collaborazione delle popolazioni stesse e delle amministrazioni locali, che dovranno sempre più considerare il Parco uno straordinario patrimonio da tutelare e di cui andare fieri.
E’ con questo auspicio che continueremo con il massimo impegno il nostro lavoro, orgogliosi di poterlo svolgere in questo luogo ricco di storia e di cultura, ai piedi della nostra meravigliosa Muntagna.
Grazie a tutti per l’onore che oggi ci avete dato.

 CONCETTO BELLIA, Presidente del Parco dell’Etna
                                                                                    

 
Vai allo speciale: Le riserve siciliane

Speciale dedicato all'Azienda Regionale Foreste Demaniali

Vai allo speciale: Parco Fluviale dell'Alcantara - Gli atti di Aquafest 2007

Home Page • Il progetto • Mappa del sito
Accessibilità • Privacy • Credits • Links • Rassegna stampa • Contatti