Nebrodi, piano territoriale

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Nebrodi, piano territoriale

Foto: Nebrodi, piano territoriale

Con il voto unanime espresso dal Consiglio sulle proposte di deduzioni alle osservazioni presentate si è concluso l’iter interno all’Ente Parco riguardante l’approvazione del Piano Territoriale.
Adesso la parola passa all’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente che, dopo una procedura che vedrà l’intervento sia del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale che del Consiglio Regionale dell’Urbanistica, dovrà pronunciarsi definitivamente entro 180 giorni della sua presentazione.
Nella seduta del 4 aprile scorso del Consiglio del Parco, composto dai sindaci dei 23 Comuni e dai presidenti delle province di Messina, Catania ed Enna, si è pertanto concluso un iter iniziato anni fa e che permette all’Ente di munirsi definitivamente di uno strumento di programmazione e di pianificazione territoriale. Uno strumento fondamentale per la gestione del territorio protetto perché ne identifica le criticità ed i valori, attraverso un’analisi dettagliata della realtà esistente, sia dal punto di vista naturalistico che della presenza dell'uomo e delle sue attività.

A cavallo sui Nebrodi
“Con l’approvazione del Piano diventerà più semplice realizzare un modello di sviluppo improntato alla sostenibilità ambientale ed economica il cui obiettivo principale è quello di integrare la conservazione della biodiversità con la salvaguardia degli interessi del territorio” spiega Salvatore Giarratana, durante il suo intervento nella riunione del Consiglio del Parco.
A supporto del Piano territoriale una serie di cartografie tecniche e piani specialistici quali quello riguardante la gestione silvo-pastorale, la gestione faunistica e della gestione e tutela delle risorse idriche. A questi supporti si aggiungono alcuni progetti individuati come prioritari: il censimento degli alberi monumentali e dei boschi vetusti, il monitoraggio delle variazioni delle biodiversità in relazione alla trasformazione dell'habitat, il monitoraggio dello stato dei corsi d'acqua, degli stagni e dei laghetti, il monitoraggio dei processi di dissesto sui versanti, la sperimentazione di interventi per il miglioramento dei pascoli, il censimento delle piste esistenti, del loro grado di conservazione ed utilizzazione.

 
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