Tortorici, Federescursionismo in visita

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Tortorici, Federescursionismo in visita

Foto: Tortorici, Federescursionismo in visita

Le aspiranti guide naturalistiche partecipanti al corso di formazione per la Sicilia nord orientale con base a cesaro' organizzato da FederEscursionismo Sicilia, hanno visitato la riserva naturale vallone Calagna di Tortorici, in provincia di Messina.
Una giornata all’insegna di natura, sapere, e tecnica che ha permesso alle aspiranti guide di approfondire alcuni temi legati alla loro futura professione, cimentandosi sul campo, in questo caso un sistema naturale in cui la presenza dell’uomo ha lasciato preziose testimonianze di simbiosi con l’ambiente.
Tortorici è infatti un modello di escursionismo leggero e familiare, che abbina la visita ad una riserva che ospita preziosi e rari endemismi a elementi di cultura locale non meno interessanti.
I corsisti, suddivisi in quattro gruppi di lavoro, hanno analizzato la riserva e l’escursione a Tortorici aspetto per aspetto, sotto lo sguardo dei tutor.


Di seguito le loro impressioni.
“Grazie a Federescursionismo Sicilia - spiega il gruppo che si è occupato di illustrare le valenze vegetazionali - abbiamo avuto l'opportunità di visitare una piccola ma suggestiva area naturale protetta, immersa all'interno del Parco dei Nebrodi, situata nel territorio di Tortorici.
Appena arrivati, siamo stati subito immersi nella rigogliosa vegetazione del Vallone Calagna, abitata in grande quantità da splendidi esemplari di noccioleti (Corylus avellana) e in minore abbondanza da querce, agrifogli e tassi.
Scendendo lungo il sentiero abbiamo avvertito l'umidità che caratterizza quest'area, favorendo la vegetazione tipica del sottobosco, che insieme ad altre caratteristiche "speciali” del Vallone quali altitudine, temperatura e qualità dell'area, hanno permesso la sopravvivenza di alcune specie vegetali esistite sin dall'Era Terziaria come l'Agrifoglio e il Tasso.
Ma la specie vegetale che ha meritato la nostra più grande attenzione, anch'essa sopravvissuta da 2 milioni di anni fa, considerata oggi "il dinosauro delle piante" è stata la Petagnia saniculaefolia, un Apiaceae o Umbelliferae, endemica siciliana unica nel suo genere.
La Petagnia, chiamata volgarmente falsasanicola, è il motivo per il quale è stata istituita questa Riserva, per la sua rarità dovuta alla sua limitatissima abitazione, esclusiva infatti del Vallone.
E' una specie in pericolo d'estinzione tutelata dalla Convenzione di Berna e inclusa nella Lista Rossa IUCN, difficile da riprodurre perchè è difficile riprodurre le caratteristiche peculiari del Vallone, la Petagnia ha infatti bisogno di acque fredde, limpide e correnti.
A cura di Gessica Travagliante, Davide Pinzone, Giuseppe Cardile e Enrico Zappalà.
“La visita al Vallone Calagna –spiegano Claudia Gusmano, Danilo Longo, Deny Sirna e Luca Leanza - ci ha coinvolti per quanto riguarda l'aspetto faunistico del luogo, nonostante difficoltà oggettive che si possono riscontrare durante un'uscita, come il reperimento di specie animali sui quali poter argomentarsi. Nello stesso tempo ci ha spronato a ricercare elementi come il verso della poiana, i segni nel terreno lasciate dalle talpe o le noci mangiate dai ghiri, permettendoci di parlare della fauna locale”.
Di cultura del territorio si sono occupati Giuliana Agliozzo, Ilenia Calaciura, Stefano Siciliano, Rossella Platania e Maria Karra, che ricordano come Tortorici sia ricordata come “Città delle Nocciole”, cuore della “ Valle dell'Ingegno” e “Città delle Campane”, per l’operosità e le attività svolte dai suoi abitanti.
“Le maestranze nel corso dei secoli hanno sapientemente sfruttato le ricchezze naturali del territorio e dimostrato la loro abilità nell’arte della fonderia con la produzione di Campane che oggi rintoccano in diverse parti della Sicilia.
Importante centro culturale, è città natale del pittore secentesco Giuseppe Tomasi, del quale possiamo ammirare le tele di taglio caravaggesco in molte chiese dei Nebrodi e nella Chiesa di San Francesco, antica sede di una Scuola filosofica e teologica, nonché monumento nazionale.
Tortorici gode del panorama unico della Val Calagni che custodisce uno dei più rari reperti naturalistici ancora viventi: la Petagna Saniculaefolia, specie relitta dell'antica flora terziaria che vegeta lussureggiante in costante contatto con l'acqua. Ancora testimonianza dell'ingegno dei Tortoriciani sono i diversi Mulini, che sfruttano le risorse idriche di cui è ricca la zona, per la lavorazione del lino. Ci piace ricordare questo centro oricense con l’invito a partecipare all'autentica festa in onore di S. Sebastiano che inizia il primo gennaio al suono della campana, l'esposizione del Santo alla Città e la sfilata dell’Alloro lungo le vie del paese e l’emozionante passaggio della Vara di San Sebastiano sul torrente Calagni”.


Anche gli aspetti geologici hanno incuriosito i corsisti. “Si tratta di un territorio che ha delle caratteristiche peculiari uniche, al quale è legata la sopravvivenza della Petagnia, pianta relitto del terziario”, spiega il gruppo che si è occupato di analizzare la storia e l’evoluzione del suolo della riserva, composto da Veronica Testa, Santo Privitera, Antonio Bruno, Alessandro Calabró e Giusy Puglisi.
“Il Vallone incastonato a Tortorici, in un territorio tra i 400 – 900 m s.l.m. , sviluppato in 7016 ettari, deve il suo microclima umido-cupo con acque limpide, pulite e fresche tutto l’anno al suo andamento orografico, alternato da rilievi e valloni modellati da una rete di fiumare a carattere torrentizio, che sfociano nel mar Tirreno, che troviamo a 20km di distanza, e che con la sua influenza porta un clima mite in tutta la zona. Complice dell’habitat all’interno della valle un substrato di rocce argillose ed arenaree interessati solo in parte ad un processo di metamorfismo di base noto come “Epimetamorfismo di Longi-Taormina” con all’interno qualche traccia di fossili risalenti a 500ml anni fa del Paleozoico. Per queste caratteristiche troviamo la parte meridionale interessata da un vasto movimento franoso, con una pendenza del 60%”.  

 
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