Nei giorni scorsi presso la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa -area protetta gestita dal Libero Consorzio Comunale di Enna- è stata liberata una Volpoca (Tadorna tadorna) da Rosa Termine, biologa dell’Università Kore di Enna, e da Viviana Ingrasciotta, Responsabile LIPU del Centro di Recupero della Fauna Selvatica di Ronza.
L’anatra, proveniente da Ragusa e ferita con un’arma da fuoco, era stata consegnata per le cure al Centro di Recupero dove Paolo Petralia, Responsabile sanitario del Centro, ha provveduto a curarla con il sostegno dei volontari della LIPU.
La Volpoca, anatide dalla mole simile a quella di un’oca, ha un aspetto complessivo bianco e nero con un’ampia fascia castana, mentre il capo e il collo sono verde cupo; è caratterizzata da un collo lungo e dal becco rosso dotato di una protuberanza. Si nutre prevalentemente di invertebrati (insetti, molluschi e crostacei) che trova nelle acque basse o nel fango. “È una specie migratoria che a Pergusa osserviamo solo in inverno, mentre l’areale riproduttivo interessa prevalentemente le regioni costiere del Nord-Europa. Si tratta di una specie tutelata sia a livello europeo (Convenzioni di Berna e Bonn) che nazionale (Legge 157/1992); inoltre è inserita nella Lista Rossa della IUCN come: specie in pericolo.” Ha dichiarato la Biologa della Kore.
Il Centro di Recupero della Fauna Selvatica, ubicato presso la R.N.O. Rossomanno Grottascura Bellia gestita dall’Azienda Foreste Demaniali -diretta da Ettore Foti- fu aperto nel 2005 con l’intento di offrire ricovero e cure necessari ad animali selvatici, molti dei quali vittime di cacciatori e bracconieri. Tale Centro, dove quotidianamente operatori dell’Azienda Foreste e volontari della LIPU si impegnano nel soccorso e nel sostentamento di questi esseri allo scopo ove possibile di restituire loro la libertà, è diventato un riferimento, soprattutto per la Sicilia centro-orientale, per quanti trovano animali feriti.
Partendo dal presupposto che le specie di uccelli gravemente minacciate da estinzione nel mondo sono oltre 400 e che in Italia ci sono molte tra queste specie che rischiano di scomparire, anche tra quelle che fino a qualche anno fa erano considerate “comuni” come il Passero, dovremmo essere consapevoli che non solo occorre avvicinarsi alla natura in “punta di piedi” e con massimo rispetto, ma che la difesa di questi animali va attuata in ogni occasione con grandi e piccole azioni.