Si è tenuto nei giorni scorsi a Palermo il convegno “Pianificazione e sviluppo sostenibile: i Parchi del Mediterraneo” . Tra gli interventi in programma anche la partecipazione di Federparchi e della sezione italiana di Europarc, rappresentati da Sara La Rosa, che ha approfondito alcuni aspetti legati alla Carta Europea per il Turismo sostenibile nelle Aree Protette. La Carta, elaborata da un gruppo formato da rappresentanti europei
delle aree protette, del settore turistico e dei loro partner, è il risultato di una prima riflessione avviata già nel 1991 dalla Federazione Europarc, associazione europea di territori protetti. Rappresenta un documento di impegno ad avviare la campagna per uno
sviluppo durevole e sostenibile a livello europeo, elaborando piani d'azione a lungo termine, privilegiando:
La scelta di un approccio strategico
· Un impegno etico dei sottoscrittori
· L’attuazione di forme concrete di partenariato
Si rivolge alle autorità delle aree protette, agli operatori locali, agli organizzatori di viaggi, richiedendo l’adozione di alcune norme comportamentali. Importante ricordare che l’azione, partita dai Parchi, aree istituite con lo scopo di preservare le risorse genetiche di flora e fauna, divenuti successivamente “attrazioni turistiche”, con tangibili ripercussioni sulla locale economia, sia sfociata in una concreta azione di protezione delle risorse a favore delle generazioni future. La Federazione EUROPARC, “laboratorio” della Carta si è arricchita nel 2008 degli associati di FederParchi, l’associazione che raggruppa oltre 200 tra Parchi ed aree protette italiane. Nel suo intervento, Sara La Rosa ricorda che da quest'anno, ogni iscritto a Federparchi entra di diritto nella organizzazione di Europarc, acquisendo la possibilità, oltre che di avvalersi delle sue relazioni associative, di
accedere alla vasta documentazione, al possibile partenariato per progetti, scambi di esperienze o per gemellaggi ed ovviamente all'applicazione della Carta Europea del turismo sostenibile. Sarà pertanto possibile avviare anche in Italia le migliori esperienze europee, le più avanzate realizzazioni in materia di collaborazione transfrontaliera, di formazione tecnica e di coinvolgimento dei giovani, la cui formazione appare di fondamentale importanza, per le implicazioni connesse all’offerta occupazionale delle aree protette (tutela e valorizzazione del patrimonio naturale storico- architettonico, vigilanza, ecc..)