D’intesa con le principali organizzazioni e istituzioni interessate, il Comitato Parchi Nazionali ha organizzato nelle scorse settimane una serie di incontri, conferenze e dibattiti sulla natura di Sicilia, patrimonio prezioso che va assolutamente salvato.
L’appello è stato lanciato dalle falde dell’Etna, quel Mongibello “montagna sacra” di Catania e Taormina, e si è spinto poi nella meravigliosa Val di Noto, patria del “barocco siciliano”, terra di carrubi e olivi secolari, di palme nane e di colori, profumi, sapori e aromi indescrivibili. Al di là del Lago di Lentini dove nidifica la Cicogna, e della Fonte Ciane dove prospera il Papiro, verso la Costiera Meridionale su cui approdano le Tartarughe marine, abbracciando anche quei Monti Iblei, vero monumento di pietra, che una recente legge ha dichiarato Parco Nazionale.

Dall’intenso lavoro di queste giornate sono scaturiti alcuni semplici ma incisivi obiettivi, ai quali il Comitato Parchi e altre Associazioni ambientaliste si ispireranno per raggiungere con maggior forza le mete future, che sono sintetizzate nell’ecosviluppo (anche mediante l’ecoturismo) e nel recupero dell’identità culturale (anche attraverso la rinascita delle comunità locali) :

1) Maggior collegamento e circolazione di informazioni tra centro e periferia, per ottenere più adeguata condivisione e coesione ;
2) Interventi di sostegno e promozione a favore della cosiddetta “micro-conservazione”, sviluppando e riunendo in una vasta rete operativa non solo piccole Riserve e altre Aree protette, ma anche Centri di Educazione Ambientale, Centri Recupero Fauna, Mostre e Musei cosiddetti “ minori ” ;
3) Impiego delle principali metodologie che in passato erano risultate cruciali per la “ redenzione ” del Parco Nazionale d’Abruzzo nel suo periodo d’oro, quali innovazione, zonazione, volontariato, economia sostenibile, compatibile e durevole, nonchè ecologia di frontiera e in particolare estensione del concetto subalterno di Biodiversità all’idea ben più ampia e significativa della Criptobiovarietà (varietà e ricchezza di una Natura, frutto di Madre Terra, ancora troppo poco conosciuta, apprezzata e tutelata).
4) Riconversione della cultura del conflitto in strategia di cooperazione: ad esempio il dilemma Parco Nazionale - Parco Regionale va superato con l’idea del Parco Internazionale, ovvero Europeo, che può anche essere istituito e sostenuto dallo Stato centrale, ma va poi governato a livello regionale con notevole autonomia.

All’iniziativa hanno collaborato, tra gli altri, il Fondo Siciliano per la Natura con Giuseppa Di Franco, Luigi e Claudio Lino e Carmelo Nicoloso; i Gruppi Naturalistici con Anna Giordano, Massimiliano Di Vittorio e Gianni Insacco; le Istituzioni locali con Nino Borzì, Marisa Mazzaglia e Luigi Bellassai; l’Università con Marisa Vinciguerra e Giuseppe Ronsisvalle. In conclusione, il Prof. Luciano Bellìa ha consegnato a Franco Tassi una speciale Targa d’Argento, quale riconoscimento perché, dopo aver lanciato e vinto la “sfida del 10%” per tutelare un decimo del “Bel Paese”, ha realizzato concretamente, nei fatti e non solo a parole, un modello d’avanguardia di Parco Nazionale capace di conciliare la conservazione rigorosa con lo sviluppo equilibrato degli abitanti e con la piena adesione dei visitatori, di ogni ceto, cultura e provenienza.