I patriarchi della memoria

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I patriarchi della memoria

Foto: I patriarchi della memoria

E’ un viaggio affascinante alla scoperta dell’anima più antica della storia naturale dell’isola, quello che ci viene proposto sfogliando le pagine del bellissimo volume “I grandi alberi di Sicilia”, edito dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali .

“Da sfogliare - scrive nella presentazione il Dott. Antonino Colletti, Ispettore Generale dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali- come l’album delle foto di famiglia ove ogni immagine rimanda alle origini della terra in cui ogni esemplare racconta una parte della storia e attorno al quale sono nate dicerie e leggende curiose tramandate fino ai nostri giorni”.

Quercia virgiliana di Santa Maria del Bosco

E’ la Sicilia, inedita, dei “patriarchi verdi” dell’isola, la protagonista della pubblicazione tesa a far conoscere questo immenso patrimonio vegetale dell’isola. Ed anche umanistico. Gli alberi monumentali, dal fusto possente, dalla chioma folta protesa quasi a toccare il cielo e con la loro potente radicalità che affonda nei secoli, rappresentano la forza e la sacralità della Vita. E della Storia.

Con la loro longevità, costituiscono infatti i segni tangibili della storia naturale dei luoghi che li ospitano e, in connessione antropologica, di quella delle civiltà che sono riuscite a rispettarli e a tramandarli. Espressione di una particolare aspetto della biodiversità che dev’essere tutelato e valorizzato in quanto patrimonio specifico dei territori che li hanno generati. Da porre, dunque, sullo stesso piano dei monumenti in pietra, dei centri storici o delle grandi strutture architettoniche.

Beni unici ed irripetibili, testimoni muti del trascorrere del tempo e delle generazioni, portano in sé un’intrinseca sensibilità. Sono molto vulnerabili, come tutti gli esseri viventi: spesso indeboliti dall’età avanzata ,dagli attacchi parassitari o dall’incuria dell’uomo, hanno bisogno di cure assidue e più attente per prolungarne la vita.

Carrubbo di Caschetto

La tutela e la valorizzazione di questi “monumenti della natura” sono le linee guida di questa pubblicazione che rappresenta il risultato di un lavoro appassionante ed appassionato che l’Azienda ha intrapreso nel 2004 in collaborazione con il Dipartimento di Botanica dell’Università degli Studi di Palermo.

Il libro, scritto e curato dai botanici Prof. Rosario Schicchi e Prof. Francesco Maria Raimondo, arricchito dalle suggestive immagini del fotografo Massimo Lo Verde, è il documento prezioso di una campagna di censimento degli alberi monumentali forestali e tradizionalmente coltivati della Sicilia. Finora lo studio era stato frammentario ed aveva riguardato gli esemplari presenti nei territori dei Parchi Regionali montani ed i grandi alberi di specie esotiche introdotte nell’arredo urbano della città di Palermo. L’indagine è stata rivolta sia agli esemplari già noti che a quella individuata dagli operatori locali con un’operazione che potremmo definire “capillare”.

Pur non potendosi definire esaustiva, il censimento ha individuato 412 esemplari distribuiti su tutto il territorio regionale di cui solo cento sono descritti nel volume perché ritenuti particolarmente rappresentativi dei paesaggi che caratterizzano le province siciliane o perché celebri come il castagno dei cento cavalli, a Sant’Alfio,in provincia di Catania, la cui legenda è nota oltre i confini nazionali. Si tratta di straordinari esemplari di entità indigene, selvatiche o coltivate da antica data afferenti ai generi più noti come la Ceratonia siliqua ( carrubbo), l’Acer (acero), la Castanea sativa ( Castagno) piuttosto che l’Olea europaea(Ulivi) o la Quercus suber (Sughereta mosaica). Depositari di prezioso patrimonio genetico, essi rivestono una grande importanza dal punto di vista scientifico perché sono rilevanti indicatori per la ricostruzione del paesaggio forestale autoctono della Sicilia e del suo clima, nonché delle attività antropiche e colturali che nei secoli hanno interesatto la regione.

Acero naviculare di Bosco Tassita

Il riconoscimento della loro”monumentalità” è stato attribuito in riferimento ad una serie di parametri quali: l’età, le dimensioni di sviluppo raggiunto in relazione alla specie, la rarità botanica, il portamento, il legame con la storia, la leggenda,l’arte. Nel corso dell’indagine, particolare attenzione è stata prestata al rilevamento delle condizioni vegetative e fitosanitarie delle singole piante monumentali e agli eventuali interventi conservativi necessari.”Bisognerebbe evitare-scrivono gli autori-ogni sorta di danneggiamento, anche quelli più banali,come i danni meccanici alla corteccia del fusto e dei rami per incisione con coltelli.

Al fine della conservazione, sarebbe auspicabile -scrivono i professori Raimondo e Schicchi- la costituzione ex situ di arboreti clonali tramite innesto su idonei soggetti di marze prelevate dai singoli individui monumentali. La moltiplicazione degli esemplari, oltre alla preservazione di questo rilevante pool genetico, potrebbe avere utili ricadute sul settore forestale specialmente per ciò che riguarda ai lavori di ricostituzione del patrimonio boschivo autoctono”.

E’stato così possibile tracciare una mappa dei grandi alberi che afferiscono in diversa misura ai territori delle province di Agrigento (8), Caltanissetta (4), Catania (18), Enna(2), Messina(17), Palermo (34), Ragusa (11), Siracusa (4) e Trapani (2). Le aree in cui ricadono questi alberi sono comprese nell’ambito di proprietà private, per quanto attiene le specie di prevalente interesse agrario, mentre quelle forestali, ricadono all’interno di aree demaniali gestite dal dipartimento Azienda Foreste, in cui detti alberi rappresentano una delle componenti naturalistiche e culturali più significative.

 
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