Felis silvestris, un gatto da salvare

Vai al nuovo sito web SiciliaParchi.it

lunedì 20 maggio 2024 • 07:59.30 Collegamento alla pagina SiciliaParchi su Facebook 
[Link esterno, apre una nuova finestra]  Collegamento al canale YouTube di SiciliaParchi 
[Link esterno, apre una nuova finestra]
Imposta Sicilia Parchi come pagina iniziale  Aggiungi Sicilia Parchi.com all'elenco dei tuoi siti preferiti
        Torna alla Home Page
Icona menù "Progetto"
Icona menù "Parchi"
Icona menù "Riserve naturali"
Icona menù "Archivio News"
Icona menù "Foto e Video"
Motore di Ricerca
 
Vai allo speciale: Sapori dei Parchi. A cura di Vincenzo Raneri

Vai all'archivio fotografico e video

iniziative
Stampa Articolo |  Archivio 
Felis silvestris, un gatto da salvare

Foto: Felis silvestris, un gatto da salvare

Nonostante il gatto selvatico Europeo (Felis silvestris silvestris) sia attualmente il più grande predatore terrestre della Sicilia, poche attenzioni sono state rivolte allo studio e quindi alla conservazione di questa specie che vive principalmente nei boschi e nei monti più indisturbati della nostra isola.

L'anno 2010 è stato dichiarato Anno Internazionale della Biodiversità, e in quell'occasione è stato organizzato un workshop, che ha riunito i maggiori esperti italiani di gatti selvatici presso il Parco dell'Etna, con lo scopo di promuovere la tutela di questa specie in Sicilia. Infatti, se a livello nazionale alcune azioni sono state intraprese, ad esempio dal prof. Bernardino Ragni dell'Università di Perugia o dal Dott. Ettore Randi, come anche da alcuni parchi e musei che hanno promosso e sostenuto ricerche scientifiche per la conservazione di questo felino, a livello siciliano l'unico che se ne è occupato è stato il ricercatore Stefano Anile.

Un vero e proprio wild-cat hunter, che per anni ha battuto in lungo e largo l'Etna armato di sofisticate fototrappole per immortalare questo schivo animale. "Riuscire a raccogliere informazioni su questo felino selvatico - spiega a Siciliaparchi Anile - rappresenta una sfida alla caparbietà, pazienza e dedizione dei ricercatori. Schivo, solitario e guardingo vive nei boschi, intervallati anche da radure, prati o campi coltivati, nutrendosi principalmente di roditori o del coniglio quando presente: quest'ultimo aspetto lo rende fra l'altro uno dei migliori “mezzi” per il controllo naturale delle popolazioni di coniglio che, quando presenti ad alte densità, possono infliggere seri danni all'agricoltura, specialmente se praticata all'interno delle aree protette".

Quali esperienze e presenze nell'Isola?
"A partire dal 2006 sull 'Etna è stato intrapreso un progetto di ricerca scientifico (iniziato prima come dottorato di ricerca) che anno dopo anno (fino al 2010) ha  minuziosamente testato, per la prima volta, la tecnica del fototrappolaggio (ampiamente usata per lo studio dei felini selvatici) applicata a questa specie.
Il progetto è stato sostenuto dalle preziose collaborazioni offerte dalla Ripartizione Faunistico Venatoria di Catania nella persona del Dott. Carlo Amico che ha messo a disposizione delle fototrappole per gli anni 2009-2010 e dall' ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) nella persona del Dott. Ettore Randi che ne ha curato gli aspetti genetici
".

"Un aspetto chiave per mitigare la minaccia della frammentazione degli habitat è una corretta e lungimirante pianificazione dello sviluppo del territorio, soprattutto
in relazione alla costruzione (o presenza) di arterie stradali all'interno o fra zone in cui le principali popolazioni di questo felino vivono. L'utilizzo di accorgimenti tecnici (quali recinzioni a bordo strada, sottopassaggi e ponti) è risultato essere estremamente positivo in Germania nella costruzione di autostrade wildlife-friendly, riuscendo a mitigare l'impatto diretto (dovuto agli investimenti) di tali
infrastrutture
".

Ovviamente riuscire ad assicurare un futuro per questa specie in Sicilia, significa anche tutelare non solo i luoghi naturali in cui essa vive, ma tutto un insieme di specie che con lei popolano i nostri boschi siciliani.
Del resto e' innegabile il fascino che questo felino selvatico esercita naturalmente, che puo' fungere da attrattiva, se opportunamente sfruttata, per i turisti (stranieri e non) che desiderano approfondire le loro conoscenze su questa specie o anche solo i visitare i luoghi in cui vive.
"Se il gatto selvatico dovesse estinguersi in Sicilia, non avremmo la possibilità di tornare indietro, ad esempio reintroducendo esemplari provenienti da altre popolazioni, questo perché la popolazione siciliana è caratterizzata da un particolare assetto genetico frutto della prolungata evoluzione in un ambiente insulare".

Stefano Anile, laurea in Scienze Naturali 2005 e Dottorato in Biologia Evoluzionistica 2008 presso l'Università di Catania, grazie ad una tesi di laurea in un progetto di reintroduzione del cervo nel Parco nazionale del Pollino ha appreso le principali tecniche per lo studio della fauna selvatica, fra le quali anche il radio-tracking.
Durante il dottorato di ricerca incentrato sull'ecologia del gatto selvatico nel Parco dell'Etna Anile ha poi affinato la tecnica del fototrappolaggio. Partecipera' ad un meeting europeo che si terrà in Francia a Novembre 2013 dove i maggiori studiosi di gatto selvatico si incontreranno per discutere delle problematiche inerenti la conservazione di questo felino.

 
Vai allo speciale: Le riserve siciliane

Speciale dedicato all'Azienda Regionale Foreste Demaniali

Vai allo speciale: Parco Fluviale dell'Alcantara - Gli atti di Aquafest 2007

Home Page • Il progetto • Mappa del sito
Accessibilità • Privacy • Credits • Links • Rassegna stampa • Contatti