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Turismo sostenibile, sfida futura

Foto: Turismo sostenibile, sfida futura

di Giuseppe Castellana, commissario del Parco Fluviale dell'Alcantara -

Si fa un gran parlare di “turismo sostenibile”: vediamo innanzi tutto di definire l’argomento.

L’aggettivo “sostenibile” è, al giorno d’oggi, fin troppo utilizzato, talvolta anche a sproposito, ma è certamente un bene che sia ormai entrato nell’accezione corrente e nel sentire comune della gente, e soprattutto delle giovani generazioni. Se Al Gore ha organizzato un concerto mondiale per la vita della terra (Live Earth) , vuol dire che la necessità di salvaguardia di tutto il pianeta è una necessità avvertita in modo diffuso, vista la risposta strabiliante in termini di pubblico (e non solo giovane).

/Facendo un minimo di storia il primo riferimento al turismo sostenibile si rinviene nella Dichiarazione di Manila sul turismo mondiale, a seguito della Conferenza mondiale sul turismo del 1980, nella quale si afferma che “la soddisfazione della domanda turistica non deve pregiudicare gli interessi economici e sociali della popolazione residente, l’ambiente o, soprattutto, le risorse naturali che costituiscono la principale attrattiva per i turisti, ed i siti storici e culturali”.

Il rapporto Bruntland del 1987 definisce sostenibile “lo sviluppo che sia in grado di soddisfare le necessità delle generazioni presenti senza compromettere l’abilità delle generazioni future di soddisfare le proprie”. Lo sviluppo “durevole”, come viene sovente definito, si ferma ancora al concetto di “compatibilità” (= non compromissione) ed è prevalentemente quantitativo.

Già nel 1989 Barbier distingue un concetto di sviluppo sostenibile ristretto, riferito alla salvaguardia dell’ambiente, da un concetto più ampio “che comprende uno sviluppo economico, ecologico e sociale sostenibile”

IlLa conferenza di Rio de Janeiro del 1992 è fondamentale per il passaggio dal concetto di “compatibilità” alla “sostenibilità”. Sostenibile è, quindi, uno “Sviluppo che consente il miglioramento della qualità della vita senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi alla base”.

La sostenibilità ambientale dello sviluppo è, quindi, una condizione necessaria, se pure non sufficiente, a garantire la riproducibilità nel tempo delle risorse naturali, ambientali, ma anche di quelle umane, consentendo anche la conservazione delle relative tradizioni e culture con un adeguato livello di qualità della vita.

Sostenibile è, quindi, “il processo di cambiamento delle strutture economiche e sociali che massimizza la qualità della vita di una comunità, in termini di benefici immediati, senza compromettere il potenziale di risorse che garantirà anche alle generazioni future di godere di benefici non minori di quelli goduti dalle generazioni presenti (Iacoponi, 1994).

E’ comunque la Conferenza mondiale sul Turismo sostenibile, tenutasi a Lanzarote nel 1995, che affronta in maniera organica e specifica la problematica, redigendo la “Carta per un Turismo sostenibile”.

/Ai principi della Carta di Lanzarote si ispira la Carta europea per il turismo durevole (sostenibile), elaborata da un gruppo formato da rappresentanti europei delle aree protette, del settore turistico e dei loro partner, risultato di una prima riflessione avviata già nel 1991 dalla federazione Europarc, e fa parte delle priorità del programma di azioni “Parks for life” dell’Unione mondiale per la natura (UICN). Non è un caso che l’azione sia partita dai Parchi, perchè i parchi sono “memoria della natura” ed al contempo “natura della memoria”.

La Carta europea privilegia :
La scelta di un approccio strategico
Un impegno anche etico dei sottroscrittori
La volontà di privilegiare il partenariato
La ripartizione dei rispettivi impegni e connesse responsabilità.

L’elemento chiave che rende “sostenibili” in senso lato le strategie di sviluppo risiede, quindi, nella integrazione delle politiche e dei soggetti coinvolti.

Il punto di equilibrio (trade-off) accettabile tra politiche ambientali, economiche e sociali può essere ottenuto ed individuato solamente mediante una reale contemperazione e complementarietà tra le politiche di sviluppo dal basso (bottom up) e di approccio dall’alto (top down).

Lo sviluppo “sostenibile” richiede, inoltre, che le politiche siano eque, non solo in termini intergenazionali, ma anche intragenerazionali. Siano, cioè, anche per così dire “spalmate” sul territorio.

La recente Conferenza internazionale per il turismo sostenibile svoltasi a Rimini nel giugno 2001 ha portato alla redazione della “Carta di Rimini”, partendo dai documenti precedenti avendo come riferimento anche la strategia dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile del 2001 e sulla gestione delle zone costiere ICMZ del 2000. La “Carta di Rimini” riconosce e sottolinea l’esigenza di una “azione concertata”, per cui le aree “a turismo maturo” devono, tra l’altro, “innovare il proprio prodotto turistico, affermando la propria identità e diversità culturale e valorizzando i prodotti e le risorse umane ed economiche locali”.

L’attuazione di una strategia comune di turismo durevole richiede l’adozione di strumenti di programmazione integrata di interventi e un coordinamento tra tutti i programmi da realizzare in settori e campi diversi. In tale ottica, anzi, il turismo può realmente costituire lo stimolo propulsore di un processo di sviluppo globale. Potrebbe, addirittura, nell’approccio LEADER +, costituire l’idea forza di un territorio, di per se stesso ad altissima vocazione turistica, quale “tema centrale caratteristico dell’identità e/o delle risorse e/o del know-how specifico del territorio che funga da catalizzatore per l’insieme degli operatori e dei progetti nei vari campi che concorrono alla strategia di sviluppo” (CE, 2000).

Castiglione,Conformemente alle raccomandazioni della Carta di Rimini il Parco fluviale dell’Alcantara ha inteso sollevare l’attenzione sull’opportunità di:
- promuovere l’utilizzo della partecipazione e rafforzare e costruire partenariati attivi,
- pervenire alla promozione di una gestione, progettazione e pianificazione integrata e sostenibile,
- mantenere l’impegno internazionale e locale per lo sviluppo, utilizzando strumenti di analisi a supporto delle decisioni,
- rafforzare le capacità dei governi locali,
- attivare azioni specifiche sulla mobilità,
- promuovere (o meglio) integrare alternative sostenibili per il turismo stagionale di massa,
- promuovere strumenti economici per qualificare le destinazioni turistiche in senso sostenibile,
-assicurare una buona gestione ambientale e sociale delle destinazioni ed infrastrutture turistiche;
implementare le attività di sensibilizzazione delle imprese turistiche, dei tour operators e dei turisti mediante apposite strategie di comunicazione integrata.

Il turismo sostenibile è, quindi, anche e soprattutto, costituito da una serie di “comportamenti” dei vari soggetti, una sorta di “buone pratiche” da mettere in atto in maniera programmata, coordinata e condivisa. Bisogna prima di tutto riconoscersi come “territorio” ed attivare una strategia comune. /In tal senso il Consiglio del Parco, costituito dai Sindaci dei dodici Comuni del Parco e dai rappresentanti (Presidenti o delegati) delle provincia

di Catania e Messina, ha pienamente condiviso un programma di attività comune, e posto in essere una serie di azioni coordinate, prima fra tutte la creazione di punti informativi per l’utenza turistica nei Comuni del Parco, che abbiamo voluto chiamare, su proposta del Sindaco di Motta Camastra, “Punto A”, e mi piace ricordare come la proposta sia nata all’interno di una riunione di Consiglio, ed è stata da tutti condivisa.

Grazie alla disponibilità della città di Taormina e del Sindaco, il 16 luglio 2007 abbiamo inaugurato il primo “Punto A” in quella che è una delle più importanti vetrine internazionali del turismo, e per di più in una sede prestigiosissima, quale Palazzo Corvaja. L’Ente Parco ed il territorio hanno quindi espresso il ringraziamento più sentito, rilevando anche il senso di solidarietà e di appartenenza che il Comune di Taormina ha dimostrato nei confronti del Parco dell’Alcantara.

/Un ringraziamento speciale è stato espresso all’Assessore regionale per il Territorio e l’ambiente, avv. Rossana Interlandi, che in queste iniziative crede non solo per ruolo, ma per convinzione profonda, e che stimola continuamente noi responsabili ai vertici dei Parchi ad azioni costruttive nell’interesse dei territori, perchè i parchi e le aree protette facciano sempre più diventare i “tesori” della natura delle “risorse vere” per lo sviluppo dei territori.

Riconoscimento è stato dato agli operatori economici, che hanno dimostrato grande sensibilità e volontà di costruire un partenariato reale, vero e sano, non chiedendo assistenzialismo ma supporto e servizi allo sviluppo, come è nel loro diritto.

Ma è soprattutto grazie al coinvolgimento ed all’impegno di tutti che domani potremo realizzare una azione di sviluppo reale, che possa essere occasione di crescita e lavoro per la gente, per far sì che l’Alcantara, che in arabo (Al Qantarah) significa “il ponte” possa, oltre ad essere il nome di un fiume, di una valle e di un Parco, anche un “ponte” tra il presente attuale ed un reale futuro di sviluppo turistico vero, durevole e quindi realmente “sostenibile”.

 
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