“ La recente previsione di tre grandi parchi nazionali in Sicilia, contenuta nel collegato alla finanziaria votato al Senato, suscita molte perplessità sia per il metodo che per i contenuti – dichiara Mimmo Fontana , presidente regionale di Legambiente Sicilia.
Legambiente da sempre ha chiesto l’istituzione di parchi nazionali in Sicilia ma nel rispetto di elementari criteri oggettivi:
- importanza naturalistica del sito;
- rafforzamento e miglioramento del sistema di tutela e di gestione vigente sulle aree regionali;
- estensione non eccessiva individuata pensando ai futuri problemi gestionali;
- proposte frutto di un confronto con il territorio.”

“La prima incoerenza è che non venga istituito il Parco Nazionale dell’Etna, già previsto da una legge dello Stato del 1991, e che riguarderebbe una delle aree di maggiore interesse naturalistico d’ Europa – dichiara Angelo Dimarca, responsabile regionale conservazione natura di Legambiente Sicilia- E invece si ragiona su alcuni territori di minore valenza naturalistica o dove già esistono riserve naturali regionali ben funzionanti”.
Per Legambiente la proposta votata dal Senato non risponde a molti criteri oggettivi su cui dovrebbe basarsi l’istituzione d un parco nazionale.
Basti pensare alla mostruosità che rappresenterebbe il Parco Nazionale delle Egadi e del litorale trapanese, comprendente non solo le Isole Egadi e la relativa area marina protetta, ma riserve regionali come lo Zingaro, le Saline di Trapani, lo Stagnone di Marsala ed aree come Capo Feto e Capo Granitola. Manca solo il Belice dopodichè l’intero litorale della provincia trapanese da Castellamare del Golfo sino a Selinunte verrebbe classificato, e dovrebbe essere gestito, come un unico parco. Una vera follia.
Si tratta di aree con connotati ambientali diversi e con una estensione tale da rendere ingestibile il parco.
Secondo questa logica nel parco nazionale del litorale dovremmo mettere pure l’Isola di Pantelleria ed anche la contigua costa meridionale della Sicilia con le riserve di Siculiana e del Platani.
Non si comprende poi perché dovrebbero essere annullate le riserve naturali regionali che funzionano al meglio, come lo Zingaro e le Saline di Trapani.
Per gli Iblei poi esiste già la proposta di parco regionale, espressa dal territorio e che sta registrando in queste settimane ampissimi consensi. E non si comprende in questo contesto la previsione del parco nazionale che potrebbe avere senso solo se nei prossimi sei mesi la Regione non dovesse istituire il parco regionale.
“L’unico immediato effetto del provvedimento del Senato, se diventasse legge, – concludono Fontana e Dimarca - sarebbe quello di:
- bloccare le attività gestionali delle aree naturali protette regionali interessate che verrebbero assorbite dai parchi nazionali;
- ridiscutere vincoli di tutela su aree che ormai dovrebbero essere consolidate, con gravissimi rischi per la conservazione di quei territori. E sullo Stagnone di Marsala e sulle Saline di Trapani vi sono da tempo fortissimi interessi che spingono in tal senso”.
Legambiente chiede una profonda modifica della norma prevedendo:
il Parco Nazionale delle Egadi, costituito esclusivamente dai territori terrestri di Marettimo, Favignana e Levanzo, (che avrebbero dovuto essere vincolate come riserve regionali dal 1992 e sono prive di tutela) e dalla contigua Area Marina Protetta statale, all’abbandono da anni anche per precise responsabilità del Ministero dell’Ambiente;
il Parco Nazionale delle Eolie, costituito dai territori delle 7 isole (dove ritardano dal 1992 ad essere istituite le riserve naturali di Lipari e Vulcano) e dalla contigua area marina protetta che lo Stato si appresta ad istituire, per una gestione integrata mare-terra.