Parchi, una riforma aperta

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Parchi, una riforma aperta

La proposta, forte e destinata a fare discutere, la lancia Giovanni Burtone, deputato nazionale, profondo conoscitore della legislazione e delle problematiche ambientali in Sicilia (fu assessore regionale al ramo tra il 1992 e il 1994): “Serve una forte sollecitazione per porre le basi affinchè il Parco dell’Etna diventi Parco nazionale. Potrebbe essere una soluzione di grande importanza per il territorio e il Parco dell’Etna ha tutti i requisiti per giocarsi questa carta”.

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La suggestiva proposta – che riprende un’iniziativa che risale addirittura alla fase istitutiva del Parco e che altre volte, negli anni scorsi, è tornata alla ribalta – è stata rilanciata nel corso dell’affollato convegno “Parchi, come si cambia. Verso la riforma delle aree protette siciliane”, promosso dal Parco dell’Etna con il patrocinio dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) Sicilia e di Federparchi nella sede di Nicolosi. Va sottolineato che la Sicilia, con 5 Parchi e 72 riserve, è però l’unica regione italiana a non avere un Parco nazionale.
Positiva la reazione dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente Maurizio Croce: “Sono d’accordo. E’ una buona idea”. Ha commentato, a sua volta, Giampiero Sammuri, presidente nazionale della Federazione dei Parchi e delle Riserve: “Il Parco dell’Etna ha tutte le caratteristiche per essere parco nazionale, essendo tra le aree di reperimento della legge 394”.
L’incontro, coordinato da Giuseppe Cicala, consulente Programmazione dell’Assessorato Territorio e Ambiente, è servito per fare il punto sull’iter di modifica della legge quadro siciliana sulle aree protette, che risale ormai al 1981. L’idea della assoluta necessità di una riforma, che accanto alle esigenze di tutela del patrimonio naturale regionale ponga quelle di un concreto sviluppo ecosostenibile dei territori protetti, ha trovato d’accordo tutti gli intervenuti.


Portando i saluti, il sindaco di Nicolosi Nino Borzì ha sottolineato quanto sia attesa dalle comunità locali la modifica della legge. Ha aggiunto Paolo Amenta, vicepresidente Anci Sicilia e sindaco di Canicattini Bagni: “La Sicilia ha bisogno della legge sui Parchi. Dobbiamo presentarci al mondo con un nuovo modello di sviluppo del territorio, la nostra isola deve diventare una multinazionale del benessere e della qualità della vità”.
Ha introdotto i lavori la presidente del Parco dell’Etna Marisa Mazzaglia : “L’incontro di oggi, con queste presenze così importanti e significative, dimostra che la questione Parchi è strategica per la Sicilia. Registriamo, in questo processo di riforma della legge, la ferma volontà di mettere al centro dell’attenzione regionale, accanto alla conservazione, il rilancio e lo sviluppo dei nostri territori. Nel disegno di legge in discussione ci sono certamente elementi positivi, ma anche carenze nel raccordo con le altre strutture regionali. Serve anche una costante attenzione all’iter di modifica della legge quadro nazionale, per trovare elementi di sintesi”.
Antonio Malafarina, vicepresidente della IV Commissione Ambiente e Territorio dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha illustrato l’iter di modifica della legge: “La natura siciliana è unica al mondo e il sistema Parchi, controllato e guidato, è fondamentale per la Sicilia. Si è la fatta la scelta intelligente di riunire più disegni di legge, presentati a partire dal 2008, in un unico testo riscritto dal Governo, di 107 articoli. Dopo la Finanziaria, comincerà in Commissione l’esame della legge, sulla quale c’è una larga condivisione. La conservazione della biodiversità va coniugata con la gestione dell’ambiente nel suo complesso. Protezione non significa ingessatura, l’incentivazione delle tecniche tradizionali è importante nella legge. E’ importante anche la sostenibilità economico-finanziaria di un sistema Parchi che deve produrre, con introiti da attività turistiche concrete e disciplinate, ma anche la semplificazione delle attività amministrative, per guardare alle popolazioni senza burocratismi inutili e vessatori. Siamo a un passo dall’approvazione, bisogna conservare l’unicità della legge”.
Giampiero Sammuri, presidente nazionale della Federazione italiana dei Parchi e delle Riserve, ha illustrato nei dettagli l’iter di riforma delle legge quadro nazionale. Antonio Ragonesi, Responsabile Area Politiche Ambientali, Territorio e Protezione Civile dell’Anci, ha ricordato che “4166 comuni ricadono nelle aree protette. I comuni hanno dunque uno stretto rapporto con i Parchi, ma non ricavano benefici in termini qualitativi. E’ dunque necessario un Parco che eroghi servizi per i cittadini, che non rischi di essere considerato un lusso che i cittadini non si possono permettere”.
Concetta Raia, componente della IV Commissione Ambiente e Territorio dell’Ars, ha affermato: “Il nostro obiettivo è velocizzare l’iter della legge, una legge importante ma datata, dunque da aggiornare. Bisogna far vivere i Parchi in modo diverso: la biodiversità va tutelata, ma bisogna far crescere le comunità. E si deve arrivare a un sistema in cui i Parchi abbiano risorse interne importanti”.
Ha tratto le conclusioni l’assessore Maurizio Croce: “Ho capito che c’è una esigenza vera, che la legge siciliana del 1981, pioniera anche rispetto alla legge quadro nazionale, va modificata. Bisogna soprattutto capire se vale la pena riscrivere completamente la legge o aggiornare quella del 1981, provando anche a integrare la nostra legge regionale con il testo statale. Intanto, con i colleghi del Turismo, dei Beni Culturali, delle Infrastrutture, abbiamo predisposto un documento interassessoriale, che stabilisce il principio di una programmazione unitaria che consideri i parchi e i siti Unesco come attrattori e volano di turismo. In quest’ottica, il Parco dell’Etna e le Eolie vanno cosiderati grandi attrattori”.
Presenti al convegno i deputati regionali Anthony Barbagallo, sindaco di Pedara e Alfio Papale; i componenti del Comitato esecutivo del Parco dell’Etna Ettore Barbagallo e Concetto Stagnitti, vicesindaco di Castiglione di Sicilia; i sindaci Totò Mastroianni (Santa Maria di Licodia, vicepresidente del Parco); Salvatore Barbagiovanni (Maletto); Ignazio Puglisi (Piedimonte Etneo); Salvo Chisari (Ragalna); Michele Mangione (Randazzo); l’assessore
di Linguaglossa Rosario Grasso. In sala anche i rappresentanti del Corpo Forestale (Valentina Tamburino) e di numerose associazioni.
 

 
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