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Parchi, e ora?

Foto: Parchi, e ora?

Mai come in questo momento il sistema delle aree protette regionali della rete ecologica siciliana  ha vissuto in uno stato di tale incertezza.
Dapprima il taglio drastico dei trasferimenti agli enti Parco ed alle Riserve nell'ultima Finanziaria regionale, poi l'impugnativa della Finanziaria stessa da parte del Commissario dello Stato, che per la prima volta ha ammesso l'incertezza delle entrate collegate al funzionamento di molti enti, Parchi compresi, aprendo cosi' la strada al «fallimento tecnico» della Sicilia.

Poi abbiamo assistito alla manifesta incapacità di Governo Crocetta e ARS a varare una manovra bis, mediante mutuo decennale poi saltato, con un confronto tutt'ora aperto in commissione Bilancio,  con il risultato delle dimissioni dell'assessore regionale all'economia Bianchi, trait d'union e garante dei rapporti tra Ministero dell'Economia ed assessorato regionale al Bilancio, mentre il governatore è ancora alle prese con un travagliato rimpasto di giunta con partiti frammentati al loro interno.
In tutta la Sicilia, intanto, il Corpo Forestale dello Stato ha continuato a rafforzare la propria presenza operativa, mentre nessuno si è accodato ai sindacati che, solitari, hanno denunciato il progressivo smantellamento di un altro Corpo Forestale, quello della Regione Siciliana, rinosciuto per Statuto autonomistico dal 1946 come corpo con funzioni di polizia giudiziaria ad a cui è stata demandata, in questi anni, la tutela del nostro patrimonio ambientale da bracconieri e pescatori di frodo che adesso imperversano piu' di prima in lungo e largo per boschi e fiumi.


E questo nei mesi in cui non prende ancora forma definitiva, nonostante la buona volontà dell'ottimo assessore Dario Cartabellotta, il superdipartimento per gli interventi infrastrutturali che avrebbe ridisegnato, rilanciandolo, il profilo del Dipartimento Azienda Foreste, che gestisce quasi la metà delle riserve naturali regionali, verso una visione piu' dinamica ed economica del patrimonio di foreste e forestali.
Infine, le Camere si apprestano a trattare la riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, in un clima nebuloso di smentite e conferme, che come ha giustamente denunciato il presidente dell'ARS Ardizzone, rappresentano un attentato alle autonomie regionali.
Da un lato assistiamo dunque al progressivo indebolimento istituzionale ed economico del sistema Natura Sicilia, nonostante siano stati nominati i primi presidenti di Enti Parco, dall'altro si rischia di mettere in pericolo le prerogative statutarie della Sicilia.
Rischiamo di perdere terreno legislativo proprio su campi come economia, lavoro ed ambiente, noi che in Sicilia varammo ai primi anni 80 una legge regionale definita da piu' parti come innovativa per i tempi.
Forse non a caso, subito dopo l'impugnativa, il presidente della Regione Crocetta ha lanciato una provocazione: «I parchi vadano allo Stato».

Eppure, l'ipotesi di «nazionalizzare» alcune delle prerogative autonomistiche viene letta da piu' parti come una strada positiva.
Lo Stato potrebbe riuscire li dove la Regione ha fallito? Roma potrebbe laddove le casse fallite di Palermo non arrivano piu?
I Parchi regionali funzionerebbero meglio se fossero alle dipendenze dle Ministero dell'Ambiente, come avviene già per le Aree Marine Protette?
Andiamo davvero da un sistema regionalistico ad uno centralista? E' una strada moderna, percorribile, nell'Europa delle regioni?
Questo percorso quanto è conveniente per quelle regioni Obiettivo Uno come la nostra destinatarie, ancora una volta, di massicci interventi Ue nella prossima programmazione 2014-20?
Ci avviamo verso la consueta giornata nazionale dei Parchi, il prossimo maggio.
Ci giungono in redazione molteplici inviti ad iniziative, manifestazioni, convegni.
Ma mai come quest'anno questa festa appare velata da un limbo di incertezza, perchè nel giorno in cui si dovrebbe celebrare la biodiversità, celebreremo la nascita di parchi-stipendifici e l'abbandono delle politiche regionali ambientali, concepite e percepite come problema e non come risorsa.


E cosi' Parchi e riserve regionali, ed il loro straordinario ed unico patrimonio naturale di biodiversità che ovunque sarebbero stati formidabili catalizzatori di flussi turistici, rischiano di andare archiviati, al capitolo Statuto, come l'ennesimo fallimento della Regione dei paradossi.  (it)
 

 
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